Parliamo con il maestro di snowboard, Diego Covi

Dopo la diffusione dello sport dello snowboard, introdotto in Italia nel 1985, è riconosciuta questa categoria di istruttori. Come il maestro di sci alpino e sci di fondo, anch’egli deve ottenere l’abilitazione dopo appositi corsi ed esami. Oltre a conoscere le varie tecniche di discesa con le “tavole da neve”, deve anche essere un maestro della montagna a tutto tondo. Dà garanzia di qualità e di professionalità a coloro che vogliono imparare questa disciplina sportiva e specializzarsi nelle acrobazie sulla neve.

Maestro Diego, cosa l’ha spinta a fare questo lavoro?

Ero maestro di sci, un giorno ho provato a usare lo snowboard, mi è piaciuto ed ho quindi intrapreso la strada per diventare anche maestro di snowboard. E così ora insegno a ragazzi e adulti tutti gli stili dello snowboard.

Quando è nato questo sport?

Credo che l’utilizzo della tavola da neve sia cominciato attorno a metà degli anni Settanta in America, in Italia si è diffuso a metà degli anni Ottanta.

È divertente o stancante?

Quando si arriva a casa la sera si è molto stanchi, perché è un lavoro che richiede uno sforzo fisico prolungato. Però è anche divertente, perché si svolge in un ambiente molto molto bello.

Quale attrezzatura utilizzi?

Quella di ogni sciatore. Le differenze stanno nella scarpa che è molto più morbida rispetto allo sci e nella tavola specifica dello snowboard che assomiglia quasi ad un surf.

E il casco?

Fino ai quattordici anni – lo ricordiamo sempre – è obbligatorio l’uso del casco sia sugli sci che sullo snowboard. Ma anche per gli adulti che vogliono entrare in uno snow park ed eseguire manovre spericolate il casco è quasi obbligatorio.

Hai tempo per la famiglia?

Sì, il maestro di sci a sera rientra a casa e può disporre del tempo libero come qualsiasi altra persona.

Lei insegna anche a fare quei salti, che abbiamo visto recentemente alle Olimpiadi?

Quella è una nicchia dello snow-board. Una specialità che viene svolta in un parco chiuso, lo snowpark, all’interno del quale con determinate regole si possono insegnare a fare salti o altre manovre molto acrobatiche. A Torino abbiamo visto anche l’inseguimento sul circuito… Quello si chiama border cross: c’è una pista con molti salti sulla quale ci si sfida in quattro. Non l’ho mai provata questa specialità, ma mi piacerebbe farlo.

Che cosa le dà maggior soddisfazione?

Vedere che in breve tempo una persona può imparare, divertirsi e tornare a casa contenta di aver appreso uno sport nuovo. So quindi che tornerà volentieri in montagna.

È lunga la strada per diventare maestro?

Alla selezione, che si tiene una volta all’anno, partecipano anche un centinaio di aspiranti. Circa 20-25 passano al corso teorico-pratico, al termine del quale si fanno gli esami. Si richiede anche una conoscenza dell’ambiente montano, della meteorologia, del pronto soccorso e dei problemi giuridici. E’ importante sapere lingue straniere. Da due anni a Tione c’è il Liceo per le professioni della montagna – maestri di sci e guide alpine – che ti porta agli esami con una buona preparazione.

Lei lavora tutto l’anno?

No, solo nella stagione invernale che va da dicembre a fine marzo. Qualche mio collega d’estate va sui ghiacciai in Alto Adige oppure in Francia.

È vero che ci sono tanti appassionati di snowboard?

Tantissimi, no. Diciamo che tanti ragazzi giovani si appassionano più allo snowboard che allo sci. Sono due discipline completamente diverse. I ragazzi poi, più ancora che al controllo della tavola, mirano alla possibilità di fare acrobazie, come fossero sullo skateboard. Molti passaggi sono simili.

La posizione sulla tavola non è un po’ strana?

No, se uno viene impostato dall’inizio in maniera corretta è una posizione abbastanza naturale perché è trasversale. Anch’io sciando tutti i giorni vedo sulle piste delle persone che sono in condizioni molto precarie e questo non dà sicuramente l’idea di uno sport facile e soprattutto non faticoso.

Tornano i clienti che sono stati a scuola da lei?

Molti sì e questo mi dà soddisfazione.

È difficile andare sugli snowpark?

Prima bisogna avere un po’ di dimestichezza con la tavola. Dopo si può cominciare con le acrobazie più semplici fino a quelle più impegnative. Ma non pensate ai giri che vedete sulla play station…

a cura della classe V B della scuola elementare Madonna Bianca di Trento

La scheda:

Nome: Diego

Cognome: Covi

Segni particolari: Maestro di snowboard. Lavora sulle piste di Andalo

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