Diaconi permanenti, semi di rinnovamento

Il pomeriggio mensile di formazione per i diaconi permanenti della diocesi ha avuto sabato scorso come apprezzato relatore il diacono Enzo Petrolino della Diocesi di Reggio Calabria. Docente di ecumenismo, Presidente della Comunità del Diaconato in Italia, è autore di molti libri e studi sull’argomento, e profondo conoscitore della realtà diaconale nazionale e internazionale.

Illustrando il tema “Il Diaconato e la esortazione apostolica Evangelii Gaudium”, Petrolino ha riconosciuto in in questo fondamentale documento programmatico di Papa Francesco, una sottesa teologia diaconale della semplicità, espressa con un linguaggio per molti versi nuovo, che potremmo definire ancora ‘diaconale’.

In una Chiesa chiamata ad uscire ed a farsi prossima ad ogni uomo e donna nelle loro povertà e fragilità, lo ‘stile’ diaconale emerge come caratteristica propria ed insostituibile per tutti gli attuali discepoli di Cristo. I diaconi dunque possono assumere in modo del tutto peculiare questo stile, in forza del sacramento ricevuto, avvicinando e accompagnando chi è rimasto al bordo della strada; con gioia, perché il diaconato è annuncio gioioso di Gesù Cristo: lo dimostra la stessa liturgia con il canto dell’Exultet, che proprio il diacono, nella notte di Pasqua, fa risuonare nella Chiesa e nel mondo, per annunciare la vittoria sulla morte e sul non senso del male.

Il diacono è anche un uomo al servizio della riconciliazione. Non perchè amministrata il sacramento della confessione, ma perché può attuare processi di pacificazione insieme alle persone ferite, aprendo nuovi spazi di vita ai fratelli e alle sorelle, nella mitezza.

Papa Paolo VI, poco dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, aveva affermato che il diaconato permanente doveva essere ‘seme per il rinnovamento della Chiesa’. E’ una opportunità e una sfida da accogliere con speranza e gratitudine.

 

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