E Barbiana è ancora Barbiana

Una visita alla frazione del Mugello consente di ritrovare ancora i segni e anche il clima naturale di un'esperienza pastorale davvero unica

“Scusi, per Barbiana? Avanti sempre diritto, e poi chieda…” Al casello autostradale di Barberino del Mugello danno ancora indicazioni generiche quasi per proteggere i luoghi di don Milani da un turismo di massa superficiale e curioso. E così a quel pugno di case col campaniletto reso famoso dalle foto in bianconero di quei formidabili anni Sessanta ci si arriva inoltrandosi fra stradine strette e terreni dai muretti a secco, seguendo semplici cartelli stradali, come fosse d'andare in un posto sconosciuto, in esilio. I pullman devono fermarsi molto prima, per farci stare un'auto non troppo grande lassù ci sono pochi posti. Il consiglio è di arrivarci a piedi, salendo come faceva don Lorenzo con i suoi ragazzi. Niente megaparcheggi, come in altri luoghi carismatici, nemmeno pannelli turistici e targhe celebrative. Un pregio, un valore aggiunto, per conservare un clima genuino, raccolto. Silenzio e rispetto. Anche se è passato da poco il 50° anniversario di “Lettera ad una professoressa” (maggio 1967) e anche se solo un anno fa è arrivato quassù un uomo vestito di bianco, primo Papa a Barbiana. Anche lui, Francesco, ha voluto inserirsi nel raccoglimento francescano dei luoghi, sostando in silenzio nel piccolo cimitero, dove riposa il priore di Barbiana.

Di questa visita-lampo (nello stesso giorno dell’omaggio a Mazzolari) restano le parole forti su don Milani (“il suo profondo equilibrio fra durezza e carità”, disse il Papa) e soprattutto l’accendo sulla dimensione sacerdotale come radice della sua esistenza. “Tutto nasce dal suo essere prete – ha detto Francesco, parlando davanti ai suoi ragazzi e ad alcuni giovani di oggi – Ma, a sua volta, il suo essere prete ha una radice ancora più profonda: la sua fede. Una fede totalizzante, che diventa un donarsi completamente al Signore e che nel ministero sacerdotale trova la forma piena e compiuta per il giovane convertito”.

Chi arriva oggi a Barbiana può sostare in preghiera anche davanti ad un altra semplice tomba: quella accanto a quella di don Lorenzo in cui in gennaio è stato sepolto Michele Gesualdi, ex sindacalista CISL e presidente della Provincia di Firenze, che è stato fra gli allievi più citati di don Lorenzo e che ha combattuto con coraggio negli ultimi anni con una malattia invalidante.

Come avvisa uno dei pochi cartelli, le visite all’apposito percorso didattico alla scuola di Barbiana sono gestite escluviamente dalla “Fondazione Don Lorenzo Milani”, dietro prenotazione ( www.donlorenzomilani.it). A singoli e famiglie può capitare di potersi aggregare e sentire dalle parole di un testimone vivente cosa questi luoghi hanno da raccontare. Tante scolaresche trentine, gruppi di insegnanti hanno apprezzato queste visite, meta da consigliare anche a gruppi giovanili e parrocchiali che prima siano disposti ad approfondire l’esperienza milaniana.

Seduti fra i banchi di legno, sembra così di rivivere nell’espressione toscana gli inviti e i richiami del priore, mentre l’occhio trova sulle pareti tanti di quei materiali didattici costruiti assieme ai ragazzi che valgono più di ogni parola. Non è un museo, ma un’esperienza viva.

Chi avesse più tempo può ripercorrere i 45 pannelli distribuiti sul “Sentiero della Costituzione”, uno per ogni articolo, itinerario di educazione civiva voluto dalla Fondazione. Quindi una sosta nella chiesetta e poi un salto fino alla piscina, una vasca costruita insieme ai ragazzi per un po’ di refrigerio estivo. E sembra ancora di vederli sbucare da dietro quei viottoli di campagnia, arrivare dalle povere casette dell’Appenino toscano per potersi alimentare di quella scuola straordinaria, di vita e di fede.

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