Guardandosi negli occhi…

Cracovia, 27 luglio 2016, dall’inviato – Alla sveglia i tuoi occhi sono quelli del vicino. Si incrociano mentre maledici il materassino su cui hai trascorso la notte, ma assieme lo ringrazi per quei pochi centimetri di morbidezza che ti separano dal pavimento.

L'ordinata fila per la colazione, i "ciao" e i "dormito bene?" lungo le scale e i corridoi che portano al bagno, mentre i più temerari si stanno docciando nel piazzale tra spruzzi d'acqua e grida divertite. Nelle classi trasformate in stanze c'è chi ha tirato i fili e appeso gli asciugamani bagnati e chi si accontenta invece di un davanzale trasformato in temporaneo stenditoio.

In cerchio per la preghiera del mattino e i canti con qualche minuto di ritardo, ma va bene così perché condividi la vita quotidiana con altre trecento persone e pazienza se gli orari "ufficiali" si dilatano un poco.

Uno sguardo al meteo – ma tanto poi piove comunque – e via, in cammino per incontrare il mondo.

Un cinque dato dal finestrino del tram, un veloce abbraccio per la via, una foto colorata dalle bandiere della propria nazione, un coro che rimbalza di fila in fila.

La generazione nata e cresciuta con 3G e WhatsApp scardina ancora una volta il pregiudizio ed esprime la sua voglia di relazioni autentiche. È l'incontro vero che va oltre a uno schermo, sporcandosi le mani, guardandosi negli occhi.

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