Quattro nuovi parroci per la città che cambia

La pastorale urbana va ripensata con attenzione, osserva mons. Lauro Tisi

Dietro ogni nome, c’è una vocazione, una vita di servizio, un eccomi rinnovato. Nel rivederli ad uno ad uno nella lista dei preti in partenza, il vicario generale mette in secondo piano le strategie pastorali per evidenziare prima un dato esperienziale, di fede. “Ci tengo – premette mons. Lauro Tisi – a esprimere soprattutto un sincero ringraziamento per la disponibilità con cui questi preti (altri saranno oggetto di una seconda infornata di nomine, n.d.r.) hanno accettato di assumere incarichi importanti o ad essere avvicendati dopo pochi anni. Molte di queste scelte sono frutto di sì convinti e generosi, e anche quando qualcuno ha dovuto dire dei no lo ha fatto con motivazioni plausibili. Dobbiamo tutti dare una lode ai nostri sacerdoti.

Ora cambiano ben quattro parroci nella realtà urbana. Quale riflessione sta dietro le scelte sulla città di Trento?

Quello che ci appare sempre più chiaro da qualche anno è che la realtà della città, così diversificata sul piano socioculturale, si presenta in continuo e rapido movimento. L’assetto che le vicende storiche le hanno conferito deve ora essere attentamente esaminato e ripensato. Anche l’applicazione della formula dell’Unità pastorale così come attuata con efficacia e risultati positivi nelle valli si rivela assolutamente impraticabile dentro il contesto cittadino. Lo si era ravvisato anche in occasione delle Assemblee sinodali e il nodo era stato rinviato proprio in vista di un approfondimento, come si dice anche nel decreto sinodale.

C’era molta attesa peraltro in città, visto che il cammino per un’Unità pastorale era avviato

Lo so, ma non è stato un cammino inutile, in vista della collaborazione comunque necessaria fra laici. Abbiamo ritenuto necessaria un'ulteriore fase di ripensamento perché tra pochi anni la realtà cittadina sarà ancora diversa, nel tessuto sociale e nelle risorse ecclesiali; dovremo rivisitare anche la pastorale decanale.

Tre dei nuovi parroci della città manterranno il loro mandato di docenti o di delegati vescovili…

È una disponibilità significativa che credo potrà avere anche degli interessanti sviluppi sul piano pastorale. Anche alla luce di quello che continua a dire Papa Francesco, ovvero che chi ha incarichi accademici o di coordinamento pastorale non deve mai perdere il contatto vivo con l’esperienza concreta della gente: esso può suggerire delle riflessioni importanti per aggiornare o rivedere le stesse impostazioni pastorali di settore (cultura, lavoro, turismo…), sperimentandole nel territorio.

Quest’anno il quadro anagrafico, con i problemi legati all’età, profila una disponibilità di preti in servizio attivo che sarà ancora più ridotta in un futuro prossimo.

Non c’è dubbio che si parte da fatiche e da limiti oggettivi, ma in quest’occasione mi rendo conto anche di quante risorse si sprigionino nella necessità. E noto sempre più spesso che alcune soluzioni che si prospettavano a tavolino si sono poi rivelate meno fruttuose: grazie all’approfondimento comunitario, alla luce dei cambiamenti in corso e del principio di realtà, si è arrivati a scelte diverse, più valide. Temporeggiare, talvolta, di evita di fare degli errori pastorali.

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