Sella, primo giorno col numero chiuso

Via libera al Passo per 200 veicoli ogni ora dalle 10 alle 16 con il pass

Con i soliti cartelli ancora provvisori di ogni esordio e la necessaria tolleranza, lunedì 23 luglio è partita l'annunciata “regolamentazione dinamica” dell'accesso dei veicoli a Passo Sella. Così gli amministratori delle province di Trento e Bolzano, d'accordo in questo progetto pilota, hanno definito il contingentamento graduale da lunedì a venerdì, ben diverso dalla chiusura totale del Passo nella giornata del mercoledì introdotto lo scorso anno. L'obiettivo è dichiarato così da Mauro Gilmozzi, assessore trentino alla mobilità e all’ambiente: “ridurre almeno del 20% il traffico sul Passo Sella e sensibilizzare i visitatori ad una mobilità sostenibile che lascia i veicoli nei parcheggi sul fondovalle e ti fa arrivare in quota con i mezzi pubblici. E’ un progetto d’impatto anche culturale, quello avviato già lo scorso anno con #dolomitesvives; ci servirà come ulteriore sperimentazione”. 

Ma cosa prevede il nuovo sistema? Per il periodo dalle 10 alle 16 possono salire solo 200 veicoli all’ora da Pian Schiavaneis sul versante trentino e da Pian de Gralba su quello altoatesino. E’ necessario quindi munirsi di un pass gratuito, che può essere ottenuto tramite una applicazione “Open Move” o sul sito www.openmove.com oppure nei punti informativi, cinque casette di legno localizzate in alta val di Fassa e in val Gardena. Il “numero chiuso” vale per i cinque giorni della settimana, sabato e domenica esclusi. Prima delle 10 e dopo le 16 si può salire tranquillamente; è sempre possibile scendere dal Passo. Per chi ha prenotato in un albergo in quota basta esibire la prenotazione per avere poi il pass.

Nella prima giornata, a parte le comprensibili reazioni dei meno informati, sono saliti meno turisti, tanto da da spingere gli albergatori a ipotizzare una serrata: “Avremo non pochi danni – ha spiegato Osvaldo Finazzer, presidente del Comitato di salvaguardia – così anche gli altri passi saranno penalizzati”. Un primo giudizio contrario arriva da Mountain Wilderness. “Nella verifica dello scorso anno la Provincia ci ha promesso che avrebbe valutato le nostre proposte più coraggiose per una reale sostenibilità – lamenta l’ambientalista Luigi Casanova – ma poi le sigle ambientaliste non sono più state coinvolte. Ed ora ecco un sistema che per me rappresenta un arretramento molto grave, condizionato dalle esigenze degli albergatori e anche dalla vicinanza della scadenza elettorale”. Altri invece, anche amministratori locali, sospendono il giudizio e s’interrogano sull’esigenza di informazione in loco.

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