Armi e corruzione, incroci pericolosi

C’è anche l’italiana Leonardo (già Finmeccanica) nel rapporto di Corruption Watch, pubblicato anche in italiano e rilanciato dalle due organizzazioni

Una serie di scandali e possibili episodi di corruzione in almeno tre Paesi, riguardanti contratti del valore di centinaia di milioni di euro e da cui sono scaturiti controversi versamenti per decine di milioni di euro ad agenti e intermediari collegati a figure militari e politiche. Uno spaccato di notizie e documenti sulla “zona grigia” che caratterizza in molti casi i principali appalti militari internazionali, tanto che il comparto produttivo militare-industriale risulta in testa a tutte le classifiche mondiali sulla corruzione. Tutti legati ad uno dei maggiori produttori armieri del mondo, il principale in Italia: Leonardo Spa (fino al gennaio 2016 denominata Finmeccanica). E’ questo il contenuto di “Anglo Italian job”, il Rapporto elaborato da Corruption Watch e disponibile anche in italiano grazie alla collaborazione con Re:Common e Rete Italiana per il Disarmo.

Società a partecipazione statale (con il Governo che detiene per legge una quota di controllo e nomina i vertici) frutto della fusione ed agglomerazione dei principali segmenti produttivi italiani del settore, Leonardo negli ultimi dieci anni è stata coinvolta in numerosi scandali per corruzione in tutto il mondo. Il Rapporto “Anglo Italian job” esamina i più eclatanti ed emblematici. Si parte dalla vendita di elicotteri Wildcat alle forze armate della Corea del Sud. AgustaWestland (controllata di Leonardo ora inserita integralmente nella divisione Elicotteri) avrebbe versato somme di denaro a favore di persone collegate all’establishment militare sudcoreano per garantire l’accordo. Il secondo caso riguarda invece la discussa vendita di elicotteri VVIP all’India, nel cui contratto sarebbe compreso anche il pagamento di oltre 60 milioni di euro ad agenti e intermediari. Infine, la vendita di varie attrezzature (tra cui quelle per sorveglianza) al Governo di Panama, accordo revocato da Panama in seguito alla diffusione sulla stampa di accuse di tangenti all’ex presidente di Panama, gestite attraverso un imprenditore italiano strettamente legato all’entourage di Silvio Berlusconi.

Il Rapporto di Corruption Watch si conclude con diverse raccomandazioni di intervento atte a ridurre gli impatti negativi e problematici di possibili percorsi corruttivi. In particolare viene suggerito alle forze dell’ordine italiane di intraprendere un’inchiesta sugli accordi di consulenza e rappresentanza passati e presenti di Leonardo Spa in tutto il mondo per stabilire se la società sia stata coinvolta in episodi di corruzione; al Governo italiano si chiede di intraprendere, in quanto principale azionista di Leonardo Spa, una revisione urgente delle pratiche commerciali del gruppo e di sollecitare riforme atte a garantire che la società limiti in futuro la propria esposizione al rischio di corruzione; infine, a Leonardo Spa stessa si chiede di impegnarsi a rivedere e a riformare i propri meccanismi di compliance, adottando le misure necessarie per limitare il rischio di corruzione.

Corruption Watch UK si è rivolta a Leonardo chiedendo all’azienda di commentare il contenuto e le conclusioni di questo rapporto fra aprile e maggio del 2018. La società ha risposto evidenziando la forza del suo programma di conformità anticorruzione e ha sottolineato che non è stata condannata in nessuna giurisdizione in relazione ai procedimenti trattati. La sua versione dei fatti per ciascun caso è disponibile su www.cw-uk.org/angloitalianjob.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina