La lezione di Clémence e Marie Rose

Ospiti in paese nell'ambito del gemellaggio avviato grazie all'associazione Melograno

Si illuminano gli occhi di Marie Rose quando le chiediamo di raccontarci della cooperativa agricola “Muvyeyi”, di cui è presidente, a Muyinga nel nord-est del Burundi. Uno dei segni di speranza in una nazione ridotta allo sfacelo; i racconti di quanto accade fanno venire la pelle d'oca. Le insegnanti Marie Rose Kanyange e Clémence Bizimana sono state ospiti nei giorni scorsi, dal 9 al 20 maggio, della comunità di Brentonico, nell'ambito del gemellaggio avviato nel 2013 tra il comune del paese lagarino e Muyinga, grazie alla locale associazione di volontariato internazionale “Melograno”.

Le due maestre, la prima direttrice della scuola elementare Rugari II e la seconda docente alle elementari Busiga II, sono rimaste colpite dalla bellezza storica e culturale del nostro Paese, che vedevano per la prima volta. L'iniziativa è stata un seguito della visita condotta quattro anni fa in Burundi di due insegnanti della scuola elementare di Brentonico, gemellata con quella di Muyinga. Tra i bambini delle due realtà si è instaurato da tempo un legame profondo tramite scambi epistolari. “Fa tenerezza leggere quanto si comunicano per iscritto, i bambini sono uguali in ogni parte del mondo”, ci dicono due volontarie, Renata e Giovanna, che fungono da interpreti dal francese durante l'intervista. All'incontro è presente anche Mauro Dossi, presidente del “Melograno”.

Se i bambini sono tutti uguali, abissali invece le differenze delle condizioni di vita. Le maestre africane, che hanno visitato la scuola di Brentonico in modo articolato, sono rimaste colpite dalla scarsità di alunni (al massimo venticinque per classe), dall'abbondante materiale scolastico messo a disposizione, dai bagni in ogni piano e dall'acqua corrente, dal cibo consumato alla ricreazione. Cose non affatto scontate, ma che forse noi diamo per tali, se si pensa che da loro le classi sono composte da 80 a 120 alunni. I bambini percorrono qualche chilometro a piedi con la pancia vuota, prima di arrivare a scuola. Qui non trovano cibo e si addormentano sfiniti durante le lezioni. Devono portarsi dietro una tanica d'acqua – se non ce l'hanno sono costretti a ritornare a casa – che viene versata sotto il banco per evitare che si alzi troppa polvere. Scarsissimo il materiale scolastico, assenti le medicine. Alta la mortalità infantile.

“Dall'aprile 2015 il Burundi è in rivolta contro il presidente Pierre Nkurunziza rimasto al potere con la forza per il terzo mandato consecutivo contro la costituzione”, spiega Mauro Dossi. “La nazione è inoltre sfruttata dalle multinazionali e dalla Cina, che acquista terreni a poco prezzo costringendo i contadini locali a coltivare riso per le proprie scorte alimentari e a rinunciare alla coltivazione di manioca, arachidi e fagioli, prodotti necessari per i burundesi”.

Tra i segni di speranza – come si accennava all'inizio – la cooperativa agricola “Muvyeyi” di mutuo soccorso tra donne. Le sessanta socie usufruiscono di 30 mila metri quadri di terra, di un trattore, di quattro mucche ed oltre cento capre. I problemi familiari di ciascuna sono un impegno per il gruppo. Sono riuscite ad ottenere prestiti, tramite il microcredito, e persino ad attivare un'assicurazione sanitaria, assente in Burundi.

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