Uno sguardo oltre il muro

Raccolte in un libro presentato a Trento nella Giornata mondiale di solidarietà con il popolo palestinese

“Vorrei vivere in pace. Voglio giocare, studiare, vivere libero e felice con i miei diritti come tutti i ragazzi del mondo. Credo nella pace, esistono le vite degli altri, bisogna tendere la mano verso il prossimo. Difendere l'istruzione è una forma di resistenza pacifica. Tu che stai leggendo la mia storia, sai chi sono?”.

Sono desideri che non hanno confini, albergano nel cuore di ognuno indipendentemente dal popolo di appartenenza. Sono le aspirazioni di chi sogna la libertà come il bene più prezioso, le voci di chi non tollera costrizioni, barriere, muri. Dopo essere state ascoltate e raccolte sono confluite in "Oltre il muro. Storie da Israele e Palestina. Le arti del narrare" (Edizioni del Faro, 2016), libro che raccoglie 70 testimonianze di vita quotidiana di bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni a cura di Erica Mondini, presidente dell'associazione "Pace per Gerusalemme-Il Trentino e la Palestina", presentato martedì 29 novembre nella sala Aurora di palazzo Trentini a Trento in concomitanza con la Giornata mondiale di solidarietà con il popolo palestinese.

Il volume nasce dall'esigenza di documentare il progetto Oltre il Muro (2011-2014), avviato grazie al fotografo Stefano Piva e al coordinamento di Giulia Schirò in Israele-Palestina e Erica Mondini, Micaela Bertoldi e lo stesso Piva in Italia, ed esprime il tentativo di guardare alla questione israelo-palestinese dal punto di vista dei giovani, lavorando per promuovere la conoscenza reciproca e seminando insieme a loro azioni concrete miranti al superamento del conflitto. "Al progetto hanno aderito cinque scuole, di cui solo una israeliana, due palestinesi e tre di comunità beduine: è stato difficile coinvolgerle e alcune, sapendo della presenza delle altre, si sono tirate indietro", ha raccontato Piva.

Per creare una breccia in muri fisici e mentali fatti di pregiudizi, ostilità e violenza e allargarla sempre più, fino a riuscire ad abbatterli, occorrono coraggio e perseveranza e anche immaginazione, fantasia, creatività. Quella degli studenti del Liceo Artistico "A. Vittoria" di Trento e "F. Depero" di Rovereto coinvolti nel progetto che, dopo un percorso di approfondimento del contesto storico-geografico e politico e dopo aver letto i racconti dei coetanei, hanno tradotto le parole e i sentimenti in essi espressi in opere realizzate in varie tecniche, esposte in mostra alle Gallerie di Piedicastello nel 2014 in collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino. Tra di esse, colpisce quella che vede due bambini ai piedi di un muro intenti ad aprirlo tirando verso il basso una cerniera che lascia intravedere la città che sta oltre: "Dei due stati previsti dalla risoluzione ONU del 29 novembre 1947, solo Israele ha visto la luce, ma entrambi hanno diritto di esistere – ha detto Massimiliano Pilati, presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani nel saluto introduttivo -: chi c'è al di là del muro? Cercare di conoscere la situazione reale e riconoscere la sofferenza e le speranze di chi vive dall'altra parte è il primo passo per coltivare uno sguardo che sappia considerare entrambe le posizioni e questo è lo spirito che permea il testo".

"Quando cadranno i muri del terrore/e quando troveranno pace/i dolori emergenti dal passato?/Forse, accadrà…/e sarà quando si saprà capire/la paura dipinta negli occhi/ del vicino, l'eterno nemico". Con la poesia "Oltre i muri" di Micaela Bertoldi si chiude un libro in cui accanto al dolore, alla paura e alla rabbia, spesso espressi in forma poetica, trovano spazio anche la speranza e la capacità dei giovani di proiettarsi nel futuro, esortando chi legge a non schierarsi solo da una parte.

La situazione è delicata, ma, come ricordato da Mondini ripercorrendo la storia del progetto, il prossimo obiettivo è incontrare di nuovo chi ha accolto la proposta di impegnarsi nel percorso e consegnare loro la pubblicazione, arricchita dalla traduzione inglese.

"Questa raccolta di storie mostra l'importanza e il valore della narrazione come strumento che salva dall'oblio identità, memorie e vissuti", ha commentato Bertoldi dopo aver letto alcune storie, osservando che la pubblicazione si inserisce a pieno titolo nella tradizione della letteratura palestinese, a noi in gran parte sconosciuta, ma viva e fiorente nonostante l'occupazione.

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