In punta di pennino

Michele Tranquillini, disegnatore di punta del “Corriere della Sera”, racconta la sua ispirazione e la sua carriera: “Trento mi ha dato le radici, Milano le ali”

Milano, giugno 2015 – “Quanto mi dà più gioia nel lavoro è vedere come questi disegni riescano a generare delle emozioni”. Schietto e concreto come un trentino doc, Michele Tranquillini si spiega con un esempio: “Quando una signora ha riconosciuto di getto la sua storica farmacia nella mia mappa di Milano, ha cominciato a rievocare aneddoti, un po’ come faceva mia madre con i rioni di Trento…”.

I cartoncini a china ed acquerello – quasi fossero angeli custodi del genio creativo di Tranquillini – “pendono” dal cielo del suo studio-pensatoio nel centro di Milano. Ne ha disegnati oltre 3 mila solo sulla metropoli lombarda (dove abita dal 1984, con la moglie e i due figli), con la certosina cura del dettaglio tipica di ogni sua creazione. “Mi piace abbondare nei particolari – spiega Michele, 53 anni, apprezzato come disegnatore di punta del “Corriere della sera” e di periodici internazionali – li vedo come esche per attirare i lettori. Molti anni di lavoro nel settore pubblicitario mi hanno insegnato a destare curiosità e a trattenere l’attenzione. Una ricerca mai finita, che mi spinge a sperimentare modalità nuove”. Un giorno Michele ha scoperto che mettendo gli oggetti sotto ad uno scanner si possono ottenere dalla tridimensionalità effetti particolari, diversi dalla fotografia: da quei materiali di riciclo è uscita una suggestiva campagna per il riuso. Ha ripreso perfino in mano la fascinosa macchina da cucire custodita nella casa trentina Trento ed ha confezionato lavori con più disegni in cui le cuciture appaiono stampate, prezioso artificio grafico.

Manualità d’istinto e tecnologia d’avanguardia, in un equilibrio ponderato: “L’importante è sempre il contenuto, la scintilla dell’idea. Allora anche l’elaborazione al computer può venirti in aiuto”, osserva il disegnatore trentino, con l’umiltà spiazzante di chi non ha nulla da insegnare, ma molto da raccontare. Piuttosto che artigiano (la variopinta casacca è ancora quella dei Geometri “Pozzo”) appare artista quando va ad asciugare la punta del pennino, sfilando una striscia di pezza dalla tasca alta.

Da bambino la mano felice lo portava a ricopiare marchi e loghi sul banco, alle medie “Bresadola” impressionava lo storico professor Tasselli con i bozzetti schizzati in pochi minuti, così come oggi “fissa” nel suo quadernetto gli angoli di Milano.

Nei primi mesi di lavoro da geometra sorprendeva i colleghi arricchendo i progetti delle tubazioni con elementi naturali. Alla laurea in architettura a Venezia preferì la gavetta del disegno pubblicitario in una grande agenzia milanese, la Mc Cann-Erickson, dove ha avuto occasione di lavorare per grandi marchi come Algida, Coca Cola e L’oreal.

In dieci anni è diventato l'art director, invitato a tenere lezioni al Politecnico, ha ricevuto commesse da importanti studi o riviste inglesi, americane e tedesche, si è cimentato con profitto nell’illustrazione per ragazzi, ma Michele Tranquillini rimane fedele alla sua ricerca personale, ad uno stile non preoccupato dal marketing di se stesso: “Spero di non vendere soltanto immagini, ma di dare emozioni, qualcosa che metta in moto le persone, stimolando la curiosità”, ripete con sincerità: quella che state leggendo è la sua prima intervista ad un giornale trentino.

A proposito, cosa le è rimasto dentro del Trentino? “Tanto, eppure una volta lasciata la provincia è importante capire che si può cercare di essere felici nel luogo in cui ci si trova, senza desiderare sempre e comunque un altrove migliore”. Una persona genuina e pacifica, che torna volentieri a Trento per trovare papà Gim (bondonero doc e voce del primo coro della Sat), ma che si sente anche cittadina del mondo. Ha firmato gli schizzi preparatori per alcuni ambienti dell'Expo 2015 e anche una straordinaria mappa diacronica dei Mondiali, con i più bei gol di tutti i tempi.

Nella visita pomeridiana alla redazione del “Corriere della Sera”, dove il nostro illustratore “traduce” al volo in uno schizzo le idee del caporedattore Alessandro Cannavò (figlio del famoso Candido), si coglie la straordinaria capacità di Michele: saper ascoltare, esaltare i dettagli, dare forma grafica ad un'idea, per costruire insieme una pagina di giornale, un racconto illustrato, una soluzione di moda o di design.

“M’impongo sempre di realizzare qualcosa di meglio, non mi accontento: senza questo stimolo ci si ferma”. Sul sito www.micheletranquillini.com potete scoprire i suoi brevi video (molto interessanti quelli sulla sostenibilità ambientale), ma altrettanto affascinanti sono i mille e mille quadernetti di schizzi in cui “ferma” ogni incontro della sua vita: meriterebbero una mostra. Sarà la sua gioia creativa (o l’umiltà montanara, a proposito: Michele canta nel coro ASPIS di Milano), ma nel disegnatore trentino colpisce una sapienza antica: la molla della curiosità lo porta continuamente a frequentare i classici dell’arte, della letteratura e della musica (eccola lì, tra i suoi libri d’archivio, una monografia sull’organo della basilica trentina di Santa Maria Maggiore). “Mi ha sempre colpito il motto che dice di avere insieme cura delle radici e delle ali. Trento mi ha dato le radici per crescere, Milano le ali per volare”.

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