La grande corsa

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Entro il 10 marzo prossimo la presentazione della richiesta di indizione del referendum per la fusione, che porterà da 54 a 19 Comuni

Dal Tesino al Primiero, dall’alta valle di Non alla Rendena, dalla valle di Cembra alla Bassa Valsugana, dalla Vigolana alla valle dei Laghi: è partita la grande corsa dei Comuni del Trentino. Il traguardo? Giungere in tempo, entro la scadenza del 10 marzo prossimo, a presentare alla giunta regionale domanda di indizione del referendum per la fusione con i Comuni limitrofi. In gara ci sono 54 Comuni, che hanno avviato il percorso verso la fusione, al termine del quale ci saranno 19 nuovi Comuni unici. E dire che la mappa delle fusioni, aggiornata al 23 gennaio, indicava in 26 i Comuni interessati.

Una bella spinta al processo di unificazione, che porterà alla significativa riduzione del numero dei Comuni con conseguenti vantaggi per la finanza pubblica – in Trentino i Comuni sono oltre 200, circa un centinaio in più rispetto all’Alto Adige/Sudtirol -, l’ha data la nuova normativa regionale, a carattere transitorio, la n. 11/2014, approvata nel dicembre dello scorso anno dal Consiglio regionale.

Oltre a prevedere incentivi economici per i Comuni che alla strada della gestione associata dei servizi (obbligatoria per i Comuni sopra i 5.000 abitanti) preferiscono quella della fusione, la legge stabilisce che gli organi dei Comuni che entro il 10 marzo presenteranno domanda di fusione saranno prorogati oltre le elezioni comunali, fissate per il 10 maggio. E molte amministrazioni comunali stanno cercando di avvalersi di questa proroga.

Gli ultimi progetti di fusione sono stati finanziati mercoledì 25 febbraio dalla Giunta regionale. Sono sette e riguardano 23 comuni: Amblar e Don; Cembra e Lisignago ; Darè, Vigo Rendena e Villa Rendena; Fiera di Primiero, Siror, Tonadico e Transacqua ; Faver, Grauno, Grumes e Valda; Bondo, Breguzzo, Lardaro e Roncone ; Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro e Vigolo Vattaro. Altri Comuni – Castello, Cinte e Pieve Tesino; Montagne, Preore e Ragoli; Spera, Strigno e Villa Agnedo; Calavino e Lasino – sono un po’ più avanti nel percorso e hanno già attivato, con il sostegno del Consorzio dei Comuni trentini, delle piattaforme web ricche di informazioni per i cittadini (a titolo di esempio, si può vedere quella del Tesino: www.comunetesino.tn.it).

Il processo di fusione dei Comuni, rimarca il Consorzio, può essere un’opportunità per far sì che la partecipazione civica sia al centro del rapporto tra Ente pubblico e cittadini. Ma deve essere una partecipazione informata e consapevole. Primo, perché i cittadini sono chiamati due volte a pronunciarsi sulla eventuale fusione: la prima volta, sostenendo la delibera del Consiglio comunale con la richiesta di indizione del referendum per la fusione (che va accompagnata dalle firme di almeno il 15 per cento degli elettori del Comune); la seconda volta, esprimendosi nel referendum pro o contro la fusione. Secondo, perché se non si muovono i loro amministratori, possono essere i cittadini stessi a promuovere – dal mese di marzo 2015 – una raccolta di firme per presentare domanda di fusione o di aggregazione (serve il sostegno di almeno il 20 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali dei Comuni per i quali si chiede la fusione o l’aggregazione).

Le delibere dei Comuni accompagnate dalle firme dei cittadini saranno inviate alla Provincia Autonoma di Trento perché esprima il proprio parere, e quindi alla Regione Trentino – Alto Adige. La giunta regionale fisserà quindi la data del referendum. Se il referendum avrà esito negativo, la fusione non ci sarà e i “vecchi” Comuni andranno al voto tra il 1 novembre e il 15 dicembre 2015. Se invece la fusione avrà l’approvazione degli elettori, la giunta regionale approverà un disegno di legge per l’istituzione del nuovo Comune unico, che vedrà la luce il 1 gennaio 2016. Con un percorso analogo sono nati nel 2009 i nuovi Comuni di Ledro e di Comano Terme e, nel 2014, i Comuni di Predaia, Valdaone, San Lorenzo Dorsino.

Nel maggio 2016, infine, i cittadini del nuovo Comune unico saranno chiamati ad eleggere un solo sindaco e un solo consiglio comunale.

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