La rivincita dei nonni

Martedì 24 marzo la cerimonia di premiazione del concorso nazionale

La proclamazione, martedì 24 marzo nella sala di rappresentanza della Regione a Trento, dei vincitori del concorso nazionale indetto dall'Unione provinciale delle istituzioni per l'assistenza (Upipa) “Mi ricordo che i miei nonni…”, giunto alla decima edizione, offre sempre spunti di riflessione sul ruolo della terza e quarta età.

Al concorso hanno partecipato 14 enti gestori di aziende di servizi alla persona (Apsp), sia dal Trentino sia dal resto d'Italia. Per la cronaca, al primo posto si è piazzata la Apsp “Casa di Riposo – Fondazione Bonazza” di Spiazzo “per l’ampio numero di residenti coinvolti” e “per la ricchezza delle testimonianze raccolte”, al secondo la “Rosa dei Venti” di Condino e al terzo la “Fondazione Pitsch” di Merano.

La cerimonia si è svolta alla presenza dei vertici dell'Upipa, della giuria che ha esaminato i lavori pervenuti e di rappresentanti dei nonni. Si tratta di racconti e ricostruzione di episodi, secondo i diversi linguaggi espressivi (fotografia, arte, poesia, musica, recita, gioco), legati ai nonni, da parte di nonni ospiti presso strutture di accoglienza. Sono ricordi che riportano in taluni casi agli stenti, fatiche e sacrifici nella quotidianità del passato, come pure alla semplicità e alla capacità di sentirsi gratificati e quindi felici, nelle piccole cose, nello stare insieme intorno al fuoco nelle grandi cucine patriarcali, nella stube, sull'aia, in stalla, sul selciato dopo le funzioni in chiesa per il filò che caratterizzava il sistema di relazioni familiari e di vicinato d'un tempo.

Si propongono come originali testimonianze di anziani per un pubblico di bambini, di adolescenti, ma anche di adulti, che saranno valorizzate a scopo etnografico dal Museo degli usi e costumi della Gente trentina di San Michele all'Adige.

L'Upipa, presieduta da Antonio Giacomelli e diretta da Massimo Giordani, associa a livello locale una cinquantina di enti, suddivisi in 46 residenze per anziani pubbliche e 4 private convenzionate. I posti letto autorizzati in provincia di Trento sono 4.473, dei quali 58, a rotazione, vengono riservati per i casi di emergenza, 152 per la situazioni gravi e improvvise dal punto di vista fisico e psichico e 67 per le persone dimesse dagli ospedali non ancora stabilizzate che necessitano conseguentemente del supporto medico e infermieristico.

Alcuni posti, spiega il direttore Massimo Giordani, a gestione diretta, risultano a pagamento e cioè autorizzati, disponibili, ma non finanziati dalla Provincia (239 per soggetti autosufficienti e 203 quelli disponibili per persone sole autosufficienti).

In Trentino inoltre operano 23 centri diurni che accolgono 328 anziani. In via sperimentale in una manciata di casi la struttura opera all'interno delle Apsp. Gli alloggi protetti sono 233.

Parallelamente molto attiva è la cooperativa sociale Sad con sede in via Gramsci a Trento per il coordinamento dei servizi di assistenza domiciliare, coordinata da Diego Agostini.

Degli anziani si occupano inoltre decine di Circoli disseminati su tutto il territorio provinciale, patronati sindacali, aclisti, diocesani che svolgono un prezioso e costante lavoro di assistenza, ricreativo e burocratico. E' una macchina che coinvolge centinaia di addetti volontari in collaborazione con le istituzioni comunali e provinciali.

Su una popolazione di 536.237 persone residenti al 1° gennaio 2014, gli over 65 sono 109.241. Rappresentano il 21% della popolazione. La classe di età compresa tra i 65 e gli 80 anni include 46.579 persone. Gli over 80 sono 33.733; 5.501 cittadini rientrano nella classe d'età tra i 90 e 94 anni, 703 tra i 95 e i 100. Gli ultracentenari sono 222. Nelle valli il 40% degli anziani vive da solo. Le cifre spiegano la complessità dei fenomeni legati alla terza e alla quarta età, tendenti ad aggravarsi per il venir meno in molti casi del supporto familiare, visto l'assottigliarsi dei componenti del nucleo familiare tradizionale e l'ampliarsi delle classi di età over 75 con moltissime persone sole, che rientrano in quella che viene considerata fase a rischio dipendenza per l'insorgere di malattie legate all'età.

Non basta la radiografia e il controllo della fasce d'età più elevate. Gli esperti stanno concentrando l'attenzione anche sull'area della popolazione in grado di garantire un aiuto, un supporto sociale nelle organizzazioni di settore, mantenendosi autosufficienti con maggiori garanzie circa il livello di autonomia, che va dai 65 ai 75 anni, ridotta al 9% in Trentino, rispetto al 12,5% delle media europea e al 14,4 del Tirolo del nord. Si tratta di sbilanciamenti correlati che preoccupano e tendono ad aumentare aggravando il carico dei servizi assistenziali.

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