Povertà, le risposte di Caritas e Fondazione Comunità Solidale

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Sono 3mila 502 le persone in situazione di bisogno incontrate dalla Caritas diocesana e dalla Fondazione Comunità Solidale nel 2015. Un terzo (1141) sono italiani e rappresentano il 60% dell’utenza europea, per il resto proveniente soprattutto dai Paesi dell’Est (737). Di poco superiore agli italiani il numero degli immigrati dall’Africa (1174), in buona parte dal nord del continente.

Il dato è contenuto nel IX Rapporto sulle povertà incontrate dai servizi Caritas e Fondazione Comunità solidale presentato stamane al centro Bernardo Clesio a Trento. Il Dossier è il frutto dell’attività delle due realtà diocesane che operano più direttamente sul fronte del disagio sociale grazie al lavoro di 65 dipendenti e centinaia di volontari.

Rimane significativo il numero di richieste di aiuto procapite, inoltrate soprattutto ai Centri di ascolto zonali (CedAS) e ai  Punti di ascolto parrocchiali (PAP), in media di oltre 7 a testa. Tra le cause, in primo luogo la perdita del lavoro o la sua precarietà, con difficoltà a gestire le spese familiari e conseguenti ritardi e morosità.

In risposta all’emergenza lavoro per stato avviato  il progetto “Ridare Speranza”, a Trento e a Rovereto,  per offrire occasioni lavorative temporanee all’interno degli stessi servizi della Caritas e della Fondazione. Un altro strumento sperimentato in questi anni per contrastare il disagio economico è quello del Credito solidale.

“E’ nella pluralità degli interventi che si distingue il sistema trentino per contrastare la povertà e promuovere l’inclusione sociale” ha osservato stamane Luigi Gui, docente di sociologia all’Università di Trieste – “Il fenomeno viene affrontato attraverso percorsi di personalizzazione che accompagnano le vicende particolari. Un approccio assicura risultati efficaci e di qualità”.  Ai nostri microfoni ha aggiunto (Ascolta audio qui sotto

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