Translagorai, ora si discute

Il progetto provinciale, appoggiato dalla SAT, valorizza i sentieri esistenti “nel rispetto della catena”. Un documento dopo le critiche sul web

Mentre la SAT celebra il suo Congresso annuale a (vedi numero scorso) prende quota il dibattito attorno al progetto di “riqualificazione” della catena montuosa del Trentino orientale. “Giù le mani dal Lagorai” è l’allarme di un gruppo Facebook lanciato dal fotografo, cameraman e montanaro Alessandro Ghezzer che ha raccolto oltre 13mila firme e che ha sollevato un putiferio, “rimbalzando” sulla stampa. Ancor di più visto il periodo elettorale. Una manna per tanti partiti che ci si sono “buttati” a capofitto. A volte – questa è l’impressione – senza capirci un granchè.

Il clamore si deve al fatto che a sostenere l’iniziativa è la Sat, per statuto custode dell’integrità del territorio, a cui spetteranno, tra l’altro, “gli interventi di segnaletica orizzontale e verticale sia sulla rete attuale dei sentieri sia su quelli nuovi”.

Giovedì scorso i vertici satini al completo hanno esposto alla stampa un documento per ribadire la scelta di “tutelare il Lagorai come fatto in questi anni dicendo ad esempio “no all’apertura della strada del Passo Cinque Croci, all’attraversamento del metanodotto, alle captazioni idroelettriche in quota nel Vanoi, all’espansione di aree sciabili, all’apertura al transito fino alle quote più alte di strade forestali, ma anche alla costruzione di nuovi bivacchi e rifugi nella parte alta della catena…”

Per i detrattori del progetto “il percorso TransLagorai è un pretesto, una foglia di fico per coprire il vero obiettivo, aumentare le infrastrutture turistiche a media quota. Perfettamente funzionale agli interesse degli impianti sciistici del Cermis”.

Dall’altra parte, la Giunta provinciale uscente, che lo ha promosso, sostiene che “si tratta di un progetto di comunità che mette insieme tutti i soggetti che gestiscono questo grande patrimonio ambientale e paesaggistico, un progetto all’insegna dello sviluppo sostenibile che fa leva sull’amore per il trekking e le alte vie, diffuso ormai ad ogni latitudine, coniugando agricoltura, turismo e memorie storiche”.

In sintesi, dalla Panarotta al passo Rolle, lungo circa 85 chilometri, saranno ristrutturate, e ampliate, alcune malghe esistenti (Val Maggiore, Lagorai, Cadinello, Miesnotta, Conseria, Valsolero e il rifugio Monte Cauriol), sistemata la sentieristica, messo mano al sistema delle telecomunicazioni e dato fiato alla gran cassa del marketing. Ma quello che ha fatto “andare in bestia” i detrattori è la previsione, con la ristrutturazione delle malghe, almeno in alcune di esse, di posti letto e ristoranti in quota. L’investimento non è da poco. Complessivamente sono 3 milioni di euro di cui 2milioni 381mila 440 euro messi dalla Provincia di Trento, i restanti degli enti beneficiari (Magnifica Comunità di Fiemme, Comuni di Scurelle, Canal San Bovo, Ziano di Fiemme, Telve di Sopra e parco naturale Paneveggio-Pale San Martino) con i quali, lo scorso agosto, piazza Dante ha firmato l’accordo di programma.

Anche gli ambientalisti di Mountain Wilderness ci vanno giù pesante. Secondo Luigi Casanova, storico esponente dell’associazione, “si apriranno nuove strade in quota per permettere accessi anche notturni motorizzati per cene, apericene e festini. Anche la catena del Lagorai si appresta ad entrare nel circo del turismo di massa del Trentino”.

Accuse rispedite al mittente dalla Sat, che del progetto è stata sostenitrice fin dai tempi della presidenza di Claudio Bassetti. “Non sarà la TransLagorai a mettere in pericolo l’integrità e la wilderness dell’area – replica l’attuale presidente Anna Facchini – Non saranno le poche persone in più che cammineranno sui sentieri e sosteranno nei posti tappa a creare problemi”.

Nella “Translagorai”, realizzata con decisi criteri e limiti la SAT, vede la possibilità di concatenare una decisa di sentieri dal Passo Rolle alla Panarotta, formano un lungo itinerario percorribile in 5-6 tappe, sullo stile di altri trekking già esistenti: il San Vili, il Frassati, il Sentiero degli Dei, le Alte Vie in Dolomiti, ed altri.

La SAT precisa quindi di non aver “mai spinto e assecondato iniziative per valorizzare il percorso basate esclusivamente sulla pubblicità e sulla promozione destinate ad una maggiore frequentazione”.

Per la SAT la promozione dei lunghi itinerari ha un senso se passa attraverso i punti tappa gestiti. In Lagorai esistono numerose malghe prossime anche ai 1900 metri di quota e pertanto non sono necessarie nuove costruzioni o nuovi bivacchi. Le malghe possono essere ristrutturate, con le dovute precauzioni, per diventare una sorta di posti tappa gestiti, che potrebbero anche fungere da presidio di quel territorio. A proposito della maggior parte dei costi saranno assorbiti per il consolidamento e si sarebbero dovuti spendere comunque se si fosse voluto “mantenere in piedi” strutture altrimenti destinate al diroccamento.

La SAT, che ha interessato al progetto quattro delle sue Commimssioni e promettere di vigilare nella fase attuativa, precisa poi che rimane inalterata la possibilità di percorrere la TransLagorai rimanendo in quota, utilizzando i bivacchi/ripari disponibili.

Il dibattito è aperto perché la stampa locale ha registrato le perplessità sul progetto di due ex presidenti della SAT, Piergiorgio Motter ed Elio Caola. “La montagna è stata violentata già abbastanza – hanno avvisato – Almeno il Lagorai lasciamolo in pace”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina