Circondati dai santi

Per diventare santi o beati occorre essere… morti! Sì per fortuna la Chiesa non beatifica o canonizza (e neppure manda all’Inferno) mai nessuno da vivo, come qualche volta fanno i mass media. E per dichiarare che uno è con Dio, in Paradiso, e lo si può venerare e guardare come modello ed esempio di vita ci mette del tempo, impiega un processo lungo e serio, meticoloso e minuzioso.

Ma c’è un giorno all’anno in cui i cristiani alzano gli occhi al Cielo – come fa san Giovanni nell’Apocalisse – e riconoscono che in Dio si trova, secondo la promessa di Gesù, un’innumerevole schiera di fratelli e sorelle, ormai fuori dal tempo e dallo spazio. Andare sui cimiteri nel giorno della festa di Tutti i Santi significa proprio proclamare la nostra fede nella risurrezione dei morti e nella vita eterna (ci crediamo davvero?), che Gesù ha conquistato per tutti con la sua Pasqua di passione, morte e sepoltura, e gloriosa risurrezione.

“Chi sono questi e da dove vengono?": la domanda di Giovanni, l’Apostolo, nella sua visione domenicale, è anche la nostra di fronte a Tutti i Santi. La risposta è chiara: è la nostra gente, con la sua vita, con la sua storia. Per questo è significativo andare oggi sui cimiteri; lì ci sono i nostri Santi, i Santi di casa nostra: tanti papà e mamme, tante persone umili e semplici. Quali e quanti sono? Noi non lo sappiamo; lo sa Dio. Attraverso la fatica e il travaglio, reso fecondo dal sangue di Cristo, che li ha segnati, lavati e purificati, essi sono ormai resi candidi, rivestiti della dignità dei Santi. La liturgia festeggia questi santi, noti a Dio, che per noi hanno un volto e un nome famigliare.

Siamo circondati dai santi: come ci ricordano tante delle nostre chiese con le loro raffigurazioni. Oggi facciamo festa perché siamo convinti, perché crediamo che nei nostri cimiteri, dove sono sepolte tante persone e i nostri cari con tanti amici e conoscenti, non ci sono solo i morti, ma ci sono anche tante tombe di santi. Altrimenti bisognerebbe dire che lì ci sono solo i resti mortali di gente finita all’Inferno o al massimo in Purgatorio.

Il primo novembre il giorno della gioia per chi già partecipa della gloria di Dio, perché “grande è la nostra ricompensa nei cieli”.

dongi

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