Buoni motivi per andare a Messa

Genesi 14,18-20;

1Corinzi 11,23-26;

Luca 9,11b-17

Corpus Domini si chiamava – e si chiama ancora – la Festa che si celebra la prossima domenica. Festa del Corpo del Signore, cioè dell’Eucaristia (detta, più banalmente, Messa).

Ma per far festa davvero, cioè per partecipare, è sempre importante sapere cos’è che si festeggia, e perché. Di solito si fa festa per qualcosa d’importante, per un evento bello ed eccezionale, o per qualcuno che ci è particolarmente caro. Per motivi che valgono poco, o per persone che non ci interessano, non facciamo festa.

Eucaristia. Perchè è importante? Perché è preziosa ai nostri occhi l’Eucaristia? Non stiamo a sfoderare le risposte dei catechismi o dei libri di Teologia. Accontentiamoci di quanto ci diranno le letture della prossima domenica: sono più che sufficienti.

La prima mette in scena Abramo e un “sacerdote del Dio altissimo” che ha lo strano nome di Melchisedek. Abramo lo incontra al suo arrivo nella Terra che Dio gli aveva promesso (dopo aver affrontato non pochi ostacoli e ostilità) e si sente chiedere: Perché non ringrazi Dio che ti ha fatto arrivare fin qui? E  lo fanno, offrendo pane e vino. Il riferimento all’Eucaristia (parola che significa “ringraziamento”) è più che evidente.

Ora pensate un po’. Come sarebbe povero il nostro linguaggio di ogni giorno se non conoscesse la parola “grazie”, cioè se ignorassimo la gratitudine, la riconoscenza. Di solito ne facciamo una questione di buona educazione: “dire grazie” è tra le prime cose che si insegnano ai bambini. Per qualche favore particolare che riceviamo il “grazie” lo diciamo spesso con un segno, con un “presente”, come si usa dire. Mai, infatti, la gente è stata così bene educata come al giorno d’oggi.

Ebbene, l’Eucaristia è il modo più bello che conosciamo per dire grazie a Dio. Forse che non lo merita? Se non lo merita lui – che ci dà la vita, la salute, la salvezza, la speranza… e tutto il resto – non lo merita nessuno. Questa Festa ci provoca a ravvivare in noi la coscienza della gratitudine nei confronti di Dio. Anche qui, in fondo, è questione di buona educazione.

“Perché vai a Messa?” è la domanda, a volte ironica e sprezzante, che più di qualcuno si sente rivolgere: “Perché vai a Messa?”. “Per ringraziare il Signore per tutto quello che mi dà…”. Ed è una bella risposta. Ma quel tale potrebbe insistere: “Che bisogno c’è di andare a Messa per questo? Lo puoi fare anche a casa tua!”. Qui allora si può ribattere: “No. Certi ringraziamenti non si mandano per posta elettronica, o via fax: si portano di persona”.

L’Eucaristia è preziosa ai nostri occhi perché è Dio che si dona al mondo, all’umanità: per sottrarla alla perdizione e portarla verso la vita. Perché Dio ama questo mondo, anche se è pieno di contraddizioni. Una parte di esso, infatti, lo rifiuta ostinatamente, ma Dio lo ama lo stesso, anche se corrisposto con pesci in faccia, anche se è tradito, calpestato… Lo ama lo stesso perché se questo mondo restasse senza Dio, piomberebbe nel caos. E allora è necessario che qualcuno accolga questo Dio “tradito”, bisogna che qualcuno gli faccia posto: ecco cosa vuol dire partecipare all’Eucaristia. “Nella notte in cui veniva tradito – ci dirà san Paolo nella seconda lettura – Gesù prese il pane… e disse: Ecco, questo è il mio corpo, per voi… Poi prese il calice del vino e disse: “Questa è la nuova alleanza nel mio sangue… fate questo in memoria di me”. Ecco perché è preziosa ai nostri occhi l’Eucaristia: quando ci raduniamo a celebrarla, noi accogliamo questo Dio che ama anche se è tradito; ama tanto da morire per farci vivere. E’ per questo che il mondo può continuare ad esistere e ad andare avanti, anziché precipitare nel caos.

L’Eucaristia è preziosa perché ci dà quella carica che noi, da soli, non abbiamo. Vi è mai capitato di incontrare una persona che si trova in una situazione molto difficile e di non saperle offrire alcun aiuto? Sentirvi impotenti, non riuscire a dare niente, nessun sollievo? Sentire che le parole che state dicendo suonano vuote anche ai vostri orecchi e non danno per niente coraggio? L’impotenza! Anche gli apostoli di Gesù si son sentiti impotenti quella sera, davanti a quelle folle, quando Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare!”. “Ma come, Signore? Non abbiamo che cinque pani e due pesci!”. Già. E’ sempre troppo poco quello che abbiamo: non basta neanche per noi! Poca fede, poco coraggio, poca speranza, poca fiducia nel futuro… Tutto è poco quello che abbiamo. Come non sentirci impotenti, imbarazzati di fronte a quanti (sempre più numerosi) implorano un po’ di solidarietà? L’Eucaristia è preziosa perché trasforma il poco che abbiamo e lo fa bastare per noi e per altri. E ancora ne avanza.

A ogni celebrazione, durante la grande preghiera eucaristica, si invoca per due volte lo Spirito Santo: la prima perché trasformi il pane e il vino nel corpo e nel sangue del Signore; la seconda volta perché trasformi noi stessi che ce ne cibiamo, e da impotenti ci renda forti e capaci: di fiducia vera, di speranza autentica, di coraggio indomito, di amore genuino, di solidarietà concreta. Ad ogni Eucaristia è così. Non sono motivi più che sufficienti per festeggiarla come si deve?

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