La spirea

LA SPIREA. È un arbusto sano, resistente, vigoroso ed adattabile a qualsiasi tipo di terreno. I botanici la chiamano spirea aquilegifoglia. Si tratta di una pianta ornamentale che esprime il meglio del suo fascino se posta in pieno sole, dove è in grado di produrre una vera e propria cascata di fiori così ricca da mascherare la vegetazione che le sta intorno. La fioritura è già piena all’inizio di maggio e dura almeno un mese.

La pianta raggiunge l’altezza di 2 metri e mezzo e un diametro che supera i due metri. Il suo portamento sotto il peso dei fiori assume un aspetto arcuato e decombente nella parte finale dei rami. I fiori sono addossati gli uni agli altri e sono di colore bianco purissimo, appena macchiati dal giallo centrale della corolla. Emette i fiori sui rami dell’anno e quindi la potatura va eseguita alla fine della fioritura come avviene per gelsomino di S.Giuseppe e la forsizia. Si adatta ad essere coltivata in giardino come pianta isolata o a formare folte siepi.

CONTENITORI ADATTI. La scelta del contenitore di semina dipende dal tipo di fiore o ortaggio che si vuole seminare e dalle caratteristiche del seme. I contenitori alveolati sono la scelta vincente che per quei semi che si possono trattare singolarmente come il girasole o così grandi da poter essere contatti in numero definito (zucche e zucchine, cetrioli). Sono invece inadatti i semi finissimi (prezzemolo, insalate, lattughe, pomodori, astri, margheritine) che dovranno necessariamente essere seminati a spaglio in casette o terreni amie e poco profonde. I vasetti di torba pressata sono biodegradabili perciò al momento del trapianto potranno essere messi in aiuola o campo così come sono. Sono adatti per piante con radici delicate. Chi semina molte piante può utilmente provare le cassette rivestite sul fondo di un foglio di tessuto non tessuto: sono pratiche, leggere e facilmente manovrabili. I contenitori già usati vanno sempre puliti e lavati prima di procedere a nuovo uso. Il controllo delle semine, di tutte, deve essere quotidiano per verificare l’umidità del terreno, l’esposizione al sole e la temperatura. Il trapianto va fatto quando le piantine sono ben cresciute, forti e vigorose.

MONILIA SU ALBICOCCO. “Il mio albicocco di otto anni dopo buone produzioni da due produce poco, spesso i frutti cadono prima di maturare e lo scorso anno è comparsa anche la gommosi sul tronco. Che fare?” (Luigi B. di Trento)

Al lettore posiamo dire che il suo albicocco è stato colpito dalla monilia, un fungo che si sviluppa nelle primavere fresche e piovose. Colpisce altri fruttiferi (ciliegio, pesco) se posti a dimora in terreni inadatti, umidi e argillosi. La monilia si evidenzia con l’annerimento dei fiori e il disseccamenti dei rametti apicali. Sui frutti si può avere il marciume bruno, nero o del cuore. I frutti colpiti maturano prima e cadono. Il problema si previene o riduce trattando la pianta in autunno (caduta delle foglie) e primavera (a frutto appena formato) con prodotti a base di rame o altri principi attivi. Spesso però il rimedio è solo parziale.

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