Perfetti?

Se il tempo mi portasse indietro di 20 secoli e incontrassi Matteo, l'evangelista, mi permetterei di suggerirgli: Non scrivere alla fine del capitolo 5° del tuo testo "Siate perfetti come è perfetto il Padre Vostro". Magnifico! Ma tu non sai quanti devoti autori, specie ottocenteschi, troveranno pretesto da questa tua frase per farci perseguire una nostra perfezione che non è Dio. Non sai quanto l'angolino farisaico che si annida in noi troverà argomento per gonfiare il nostro Io e farlo primeggiare nel nostro palco interiore ed esteriore. Non puoi neppure immaginare quanto armeggeremo con il termometro della perfezione per misurare e convincerci dell'alto nostro grado di perfezione. Tu innocentemente favorirai competizioni alle Olimpiadi della santità in base alle quali ognuno di noi, soddisfatto, si porrà in testa alla classifica soggettiva oppure disperato, per evidenza della sua peccaminosità, si squalificherà da ogni salvezza.Non renderti innocentemente complice del nostro farisaico animo che subito farà coincidere le categorie dei Puri con quella dei Perfetti.

Guarda il tuo collega Luca. Molto umilmente ti suggerirei di confrontarti con la sua versione. Tutti e due parlate meravigliosamente di misericordia e perdono ed egli conclude con "Siate misericordiosi come il Padre Vostro". Tu invece ti lasci legittimamente portare dal "Siate santi perché Io sono Santo" e parafrasi con il "Siate perfetti come è perfetto il Padre Vostro". Se permetti, la frase di Luca mi risulta, nei nostri riguardi, molto più prudente, al riparo da fraintendimenti, più pedagogica oltre che comprensibile e realizzabile. Potresti forse, a scanso di equivoci, dire: "Siate perfetti nella misericordia come il Padre Vostro". Il tuo esprimerti con quel 'Siate perfetti' nudo e crudo corre il rischio di farci dimenticare che fummo, siamo e saremo peccatori, al massimo pentiti e perdonati.

Anzi, se ci penso bene, non saremo mai perfetti neppure nella misericordia né verso noi stessi né verso gli altri. Ci resta solo da dire, o meglio sentirci dire: "Siate immersi, lasciatevi immergere nella Sua perfetta Misericordia. La sola santità e perfezione con cui possiamo esser messi in contatto è unicamente la Sua che con affetto materno ci copre, trasforma e rende giusti mediante il Perdono.

Ti ringrazio per la benevolenza e fiducia che ci dimostri , non ho nulla da obiettare sulla tua piena fedeltà al messaggio del Maestro. Era solo per dirti che anche noi moderni o postmoderni, presunti progressisti o sedicenti tradizionalisti del terzo millennio, saremo magistralmente capaci di fraintendere e “farisaicizzare".

Per finire in poesia, ecco come Adriana Zarri si collocava tra i massimamente imperfetti.

* * *

Non so

Io non so come ti prega mio padre,

né mio fratello, né mio zio;

non so nemmeno come ti pregava la tua madre, Maria….

Non so come ti pregano le stelle

e i rami di corallo in fondo al mare,

né quei cuscini di muschio

che fioriscono in alto, sulle rocce.

Non so come ti prega il gatto e il topo,

e la pulce nel pelo del topo.

In fondo, Signore, non so nemmeno come prego io.

So come preghi Tu:

come mormori piano, in fondo al cuore;

ed io sto appena ad ascoltare.

(Adriana Zarri)

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