Riconciliarsi?

Non si tratta di trovare una ricetta “sanatutto”. Quel che conta è che dal cuore parta compassione e disponibilità

Dentro di noi cova un immenso bisogno di riconciliazione. Però il perdono non è un innamoramento. Non ha la sua piacevolezza. E' totale gratuità. Spietata gratuità. Un donare senza giustificazione e senza garantito compenso. Come una nascita. Come una dimenticanza riposante. Invece tendo a non perdonare neppure a Dio quando Lui perdona. Sono qua in riva al lago della vita, a sfogliare la margherita: "A quello, dopo quel che mi ha fatto e sta facendo, devo perdonare?".

– E' vero, ho bisogno di pace, di non vivere nel conflitto e vorrei perdonare ma se perdono. quello se ne approfitta per continuare. R. Intanto perdona! E almeno il tuo cuore sarà fuori conflitto.

-Sento che comprendere e condonare sarebbe un segno di carattere e di coraggio ma lui, o qualcun altro, mi darebbe del vigliacco invece di dire grazie e di apprezzare-. R. Intanto abbi coraggio!

– Mi piacerebbe tornare indietro, al tempo del buon vicinato o della piacevole amicizia o del reciproco amore ma mi rendo conto che non ci sarà nessun innamoramento/ premio, che tutto saprebbe di rattoppo, di sterile ritorno indietro, di un facciamo finta che,di una noiosa sopportazione. Un riesumare che non mi attira. R. Intanto ricomincia da capo! Meglio poco che niente.

-Mi rendo conto che tutto è nato da una sua paura, magari per invidia di me o gelosia di sé, e posso anche compatire ma non capisco perché abbuonando dovrei continuare ad essere la vittima della sua paura. R. Intanto prova ad abbuonare! E forse anche la sua paura si metterà a cuccia.

-Forse sono talmente stufo che non mi sarebbe poi tanto difficile voltar pagina e azzerare il debito ma mi sentirei quasi un complice del suo vivere di malefatte . Con l'alibi della misericordia mi sembrerebbe di compiere un'ingiustizia e aprire la strada alla violenza dilagante. R. E azzera il debito. Forte dell’esperienza fatta saprai difenderti meglio dalla violenza o lui si quieterà un po’ dalla prepotenza.

– Come posso riaccoglierlo se non ha neppur capito di aver fatto un torto e un danno? Non essendo consapevole non è in grado di chiedere scusa e di riparare. Dovrei fare il finto tonto e simulare un rapporto normale che normale assolutamente non è? E' possibile questa recita? Porterebbe frutto ? R. Forse questo germe di pace lavorerà in lui dandogli iniziale disagio e successiva attrattiva con sensazione di dolcezza. Così tu avendo perduto il bronzo sul podio dei 100 m ti rifarai con l’oro dei 10.000!

Dovrei reintegrare tutto come prima? Riabilitare il soggetto a tutti gli effetti? Riassumere tutti gli antichi doveri? R. All’approfittatore darai meno occasioni possibili per approfittare. A chi non ha dato prova di saper custodire un segreto ti guarderai bene dal fare confidenze rischiose. A chi spende per i vizi doserai l’aiuto che non sia dannoso. All’alcool dipendente non darai le chiavi della tua cantina e all’incline all’appropriazione indebita quelle di casa. Non ti meraviglierai che lo spergiuro manchi alle sue promesse e ti regolerai preventivamente. Comprenderai che il bugiardo ha bisogno di dire bugie e sorriderai benevolo ma avvertito. Un saggio maestro orientale aveva convinto un serpente a non mordere più dato che si lamentava di essere solo e malvisto da tutti. Dopo un mese il serpente si ripresenta ferito e malconcio lamentandosi: “Ecco come mi hanno ridotto adesso che non mordo più.” Risponde il maestro: “Ti avevo detto di non mordere, non di non sibilare quando qualcuno ti assale!”

Quell’incorreggibile campione di misericordia che è Gesù, l'innamorato che recupera 70 volte 7, l'irriducibile portatore sano di tutti i mali del mondo e trasmettitore di tutto il bene possibile, tenace produttore ed esportatore di compassione, semplifica e capovolge tutto dicendoti: "Se qualcuno ha qualcosa contro di te, prima di rinnovare il tuo dono di tenerezza in famiglia e prima di compiere una nuova azione di solidarietà sul lavoro o nel sociale, va da lui, almeno con il cuore, e chiarisci con semplicità. Se accoglierà la tua offerta di reintegrazione la mia pace scenderà su di te e su di lui. Se rifiuterà ugualmente la mia pace si accrescerà in te" Non si tratta di trovare una ricetta “sanatutto”. Esternamente forse niente cambierà o nulla sarà fattibile, neppure il dirgli che gli perdoni, ma quel che conta è che dal tuo cuore parta compassione e disponibilità. Forse non servirà a lui, forse pochi si accorgeranno della tua apertura e disponibilità. Servisse niente a nessuno servirà certamente a farti star meglio dentro di te e con tutti.

vitaTrentina

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