Ultima nascita

Un amico mi invia questo scritto di simpatico autore ungherese. Da tempo sentivo la vita su questa terra, sempre più, come un preludio ed una prova generale, un prender la rincorsa, un balzo verso il traguardo finale. Una vita, intessuta di provvisorietà, che non sa spiegare se stessa e bastare a se stessa. Una gestazione preziosa. Un essere soggetto di gravidanza in sala di attesa e preparazione ad un parto secondo (direbbe san Francesco) e definitivo. Antipasto ad una vita stabile, gustata, percorsa in piena luce e non solo a tentoni e svarioni a malapena diluiti e smaltiti nel tempo.

Il raccontino dei due gemelli che dialogano sul futuro extrauterino smaschera la realtà parziale che stanno vivendo, intuisce la luce fuori dalla penombra, profetizza un mondo di relazioni inimmaginabili, intravvede un rapporto materno con la madre che li nutre, contiene la loro cecità e li prepara alla piena realtà.

* * *

Nel ventre di una mamma c’erano due bambini. Uno chiese all’altro: “Credi nella vita dopo il parto?”.

L’altro rispose: ”Ovvio. Ci dovrà essere qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per ciò che verrà dopo”.

“Stupidaggine”, disse il primo. “Non c’è vita dopo il parto. Che tipo di vita potrebbe essere?”.

Il secondo disse:” Non lo so, ma ci sarà più luce che qui. Forse riusciremo a camminare con le nostre gambe e mangiare con la nostra bocca. Forse avremo altri sensi che non possiamo avere ora”.

Il primo rispose: “Questo è assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale ci fornisce nutrimento e tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ma il cordone ombelicale è molto corto. La vita dopo il parto logicamente è fuori questione”.

Il secondo insistette: ”Bene. Io penso che c’è qualcosa, e forse è diverso da qui. Forse non avremo più bisogno di questo tubo fisico”.

Il primo rispose: ”Stupidaggine. E oltre a questo, anche se ci fosse la vita dopo il parto, perché non è mai tornato nessuno da là? Il parto è la fine della vita, e nel dopo-parto non c’è niente oltre all’oscurità, al silenzio e alla dimenticanza. Non ci porta in nessun posto”.

“Bene, io non so”, disse il secondo, “ma sicuramente incontreremo la Mamma e lei si prenderà cura di noi”.

Il primo rispose: ”Mamma? Tu davvero credi nella Mamma? Questo è ridicolo. Se la Mamma esistesse, dov’è adesso?”.

Il secondo disse: “Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo suoi. È in lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere”.

Il primo disse: ”Bene, io non posso vederla, quindi è logico che lei non esiste”.

E così il secondo rispose: ”A volte, quando sei in silenzio, se ti concentrassi e realmente ascoltassi, potresti percepire la sua presenza, e potresti ascoltare la sua voce amorosa, là sopra”.

(Útmutató a Léleknek)

* * *

La natura nel Cosmo e sulla minima Terra rivela qualcosa di Dio, ma ancor più ci depista e lo nasconde. Non occorre quaggiù essere un eccelso mistico come Giovanni della Croce per esclamare "Parlami tu Signore e non mandarmi più ambasciatori che non sanno dirmi nulla di Te". Uno dei due gemelli partoriendi l'ha capito e lo scrittore ungaro l'ha raccontato e fatto pregustare al meglio.

Poiché c'è vita fuori dal seno gestante ci sarà vita dopo l'ultimo futuro parto. Verremo alla luce! I nostri occhi vedranno il Tutto. Le nostre bocche con appetito mangeranno a sazietà. Non ci sarà più il cordone ombelicale di una Natura che rivela confusamente, raziona e nasconde. Uscirà dalla penombra la Mamma del mistero. Il sorriso del Volto Divino, profondamente affettuoso, ci raggiungerà. La Maternità universale esploderà ed avvolgerà tutto dandoci piena evidenza, consapevolezza e soddisfazione estatica.

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