Contro il sistema che uccide

Loach, l’ultimo dei socialisti, non si è ancora stancato! Non è da lui smettere di combattere, di polemizzare attraverso il suo cinema e i suoi personaggi. Da sempre, con i suoi film arrabbiati afferma con coraggio e coerenza, che se non cambiamo “il sistema”, ci ritroveremo a vivere in una società sempre più ingiusta.

Così dopo un periodo dolce amaro (Jimmy’s Hall, La parte degli angeli), con I, Daniel Blake, torna, insieme al fido sceneggiatore Paul Laverty, a “scagliare pietre” contro un sistema che non solo porta ingiustizia, anzi distrugge l’individuo.

Dimostra con una storia esemplare quanto, sia il neoliberismo disumanizzato dalla burocrazia digitale, sia la globalizzazione dell’economia, siano le nuove dittature che utilizzano la tecnologia e i moduli online, per ammazzare, proprio come facevano i mitra e i campi di concentramento dell’altro secolo.

Daniel Blake è un carpentiere che lavora con le mani, un artigiano che intaglia il legno e crea bellissimi oggetti, ma non può più lavorare perché è stato colpito da un grave infarto. Così Daniel si scontra con il sistema della burocrazia digitale, proprio lui che non ha mai usato un mouse. Inizia un calvario, una vera e propria via crucis, in cui Loach fa ben capire a cosa portano i tagli al welfare del sistema britannico: povertà, sfruttamento, morte.

Blake è da solo ad affrontare i “servi del potere”, ovvero gli impiegati che regolano i sussidi per la disoccupazione e l’indennizzo per malattia, umiliando con i loro moduli e le loro regole i bisognosi come Daniel, che rimane stritolato dall’ingranaggio perché non riesce ad ottenere né la malattia, né la disoccupazione.

Da vero personaggio “loachiano”, Daniel rivendica la sua individualità, come dice il titolo I, Daniel Blake. Non si arrende, continua a telefonare e a combattere con segreterie telefoniche e attese inumane. Incontra altri come lui che stanno per essere espulsi dal sistema, mandati alla deriva come appunto facevano i totalitarismi del 900. Infatti chi viene espulso non ha più speranza di vita e lo Stato, dentro logiche disumane di risparmio, invece di creare condizioni di benessere elimina chi non ce la fa a stare “dentro”.

L’umanità però esiste, è una questione di coscienza e di scelta; così intorno a Blake si crea una rete di solidarietà che crea il calore vitale necessario alla vita. Il calore umano, Blake, lo trova nel suo giovane vicino di casa, tra i suoi colleghi e in una ragazza anche lei espulsa, perché il sistema le ha consegnato un appartamento a 450 km da Londra, la sua città.

Solo chi mantiene la sua individualità ha speranza di non rimanere schiacciato e umiliato dal sistema: però non è facile perché lo Stato, in pratica, porta prematuramente alla morte.

Palma d’Oro a Cannes 2016, la seconda per Loach dopo dieci anni; e poi premi a Locarno, Vancouver, San Sebastian e in Gran Bretagna.

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I, Daniel Blake

Ken Loach

Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann, Kate Runner.

Drammatico, Gran Bretagna/Francia 2016.

Trento Astra

Volano 2-4 dicembre 20.30

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