I Medici? Un compromesso fra storia e fantasia

Il nome Medici, che compare nel titolo della fiction in onda su Raiuno, martedì, ore 21.30, ci ricorda le sorti di una famiglia fiorentina e dinastia europea, sulla scena della storia dal Duecento ai primi decenni del Settecento. In questa produzione internazionale (Rai, Lux Vide e partner) si è praticata nella vastità del soggetto una drastica selezione, proponendo nella prima serie di 8 episodi in 4 puntate una biografia di Cosimo de’ Medici il Vecchio (Richard Madden) dalla morte del padre Giovanni di Bicci(Dustin Hoffman) nel 1429 al ritorno di Cosimo dall’esilio nel 1434. Mediante i flash back il padre rivive nella fiction nei ricordi del figlio.

La  seconda serie nella prossima stagione sarà dedicata a Lorenzo il Magnifico (1449-’92) e –sembra- alle bellezze italiana dei centri in cui fiorì la civiltà del Rinascimento, creando una moderna identità europea, al di là del dramma dell’unità religiosa perduta e delle guerre per l’egemonia. Mercanti della potente Arte della Lana, banchieri del Papa, i Medici furono  munifici mecenati e benefattori del popolo e, grazie all’uso spregiudicato del denaro, signori di Firenze, duchi e granduchi di Toscana, Papi con Leone X (1513-’21) e Clemente VII(1523-’34), sovrani (Caterina e Maria de’ Medici). Vige da sempre un compromesso tra storia reale e immaginata in una fiction. Si può citare il falso storico della morte per avvelenamento di Giovanni di Bicci e dell’inchiesta di Marco Bello, che riflettono  l’inclinazione al thriller dello sceneggiatore Frank Spotzitz, ma non convincono. Cosimo è descritto dai contemporanei modesto nell’apparire e dotato di qualità e mezzi idonei a conseguire il potere. La fiction invece indugia sui sentimenti di Cosimo e sulla vocazione artistica, alla quale  rinuncerà in obbedienza al  padre per dedicarsi alla grandezza della famiglia e di Firenze. La seconda puntata porta in primo piano la sua vita privata e trasforma  un matrimonio combinato con Contessina de’ Bardi in mutuo amore. Anche Maddalena è un personaggio d’invenzione. Le scene della peste che avrebbe di nuovo colpito  Firenze servono a produrre una spettacolarità angosciante, un contesto caotico e aggressivo, in cui si svolge l’attacco con accenti da Savonarola di Rinaldo Albizzi contro Cosimo,  amico di giovinezza. In realtà gli Albizzi, dediti come i Medici a commercio e finanza, appartenevano a una plutocrazia formata da borghesi e aristocratici, che aspirava a una signoria oligarchica, mentre i Medici erano schierati per il popolo. La libertas comunale, invocata da Rinaldo, andava stretta a entrambi. Per un successo desiderato globale, questo kolossal-dramma storico usa tutte le attrattive del genere: emozioni, costumi, immagini urbane e paesaggistiche,ecc. e punta su un cast internazionale e sulla regia di Mimica Gezzan. Certi temi, risultano ancora attuali, specie in materia finanziaria e mercantile e in merito al cambiamento sociale.

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