Il santo ginepraio di suor Cristina

42, quasi 43 milioni è il numero aggiornato di visite al video di sr. Cristina a The Voice of Italy, dopo due settimane dalla sua esibizione a Raidue. Il “caso” mediatico del momento, al di là del rumore di superficie, suscita qualche domanda. Una, in particolare: perché una giovane suora dovrebbe sentire il bisogno di partecipare a un talent-show televisivo?

La risposta che lei stessa ha dato: «Ho un dono; lo dono» è più uno slogan ad effetto che una spiegazione. Va meglio il richiamo a papa Francesco che invita ad “uscire dalle chiese”. Ma è proprio questo che intendeva il Papa? La candida sorella riporta alla luce un problema di fondo mai risolto e forse mai affrontato seriamente: il rapporto tra sacro e profano.

Veniamo da secoli di netta separazione tra i due ambiti e di censura se non di demonizzazione, del profano. Tutte le arti dello spettacolo sono finite sotto questa censura nei secoli passati. Un autore veramente cristiano come Fogazzaro è stato messo all'Indice con l'accusa di confondere Vergine e Venere, oltre che scienza e fede.

Oggi sr. Cristina non solo partecipa con l'abito religioso ad uno spettacolo profano, accompagnata da tre consorelle che vanno in delirio alla sua performance, ma canta «Nessuno, nessuno, può ostacolare quello che provo per te. Me e te insieme per giorni e notti non mi preoccupo perché ogni cosa andrà bene. Oh oh oh oh…», che Alicia Keys interpreta come un canto d'amore terreno, mentre lei, si suppone, come un canto d'amore celeste. Dietro lei ci sono secoli di mistica monastica femminile che ha vissuto e cantato la sponsalità con Cristo in modo affettivo e carnale; prima ancora c'è stato un Cantico dei cantici che non ha scherzato in questa direzione. E, tuttavia, lo hanno fatto in modo “separato”, per “iniziati” che sanno operare i distinguo del caso. Qui, invece, le mura di Gerico crollano come al suono delle trombe di Giosuè che salvò solo la prostituta Raab.

L'azzeramento di ogni confine – pubblico e privato, interiore ed esteriore, sacro e profano, nobile ed ignobile, eroico e vile – è uno dei tratti più tipici della cultura mass-mediatica, nonché uno dei responsabili della morte del pudore nella società contemporanea. Il rovello che continua a macinare, allora, mentre la giovane Orsolina vocalizza e danza con disinvoltura lieta, è se aprirsi al mondo, sia adeguarsi a questo.

«Omnia munda mundis» faceva dire Manzoni a fra Cristoforo, e il volto di sr. Cristina è un'icona innegabile di “candore”; tanto da far risuonare negli orecchi la massima evangelica «Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe». Ed è evidente chi siano i lupi, qui, e chi la pecora, com'è evidente la strumentalizzazione spettacolare che c'è sotto all'operazione: da una sola parte? da entrambe? chi può dire?

In assenza dell'approvazione papale che, pur richiesto, al momento si astiene, ha twittato la propria benedizione il card. Ravasi citando la Prima lettera di Pietro «Ciascuno secondo il dono che ha ricevuto lo metta al servizio degli altri».

D'altra parte, viene in mente il monito di Bonhoeffer che predicava un cristianesimo secolarizzato ma affermava che ai cristiani oggi tocca il compito di riaffermare il “senso della qualità” rompendo col divismo, tornando dal giornale e dalla radio al libro (la tv non c'era ancora), dalla dispersione al raccoglimento, dalla sensazione alla riflessione, dal virtuosismo all’arte, dall’esagerazione alla misura (cfr. Resistenza e resa, Milano 1988 p. 70).

Un bel ginepraio: essere convinti che Cristo abbia posto fine per sempre all'antica separazione tra sacro e profano (la lacerazione del velo del tempio è simbolo potente); essere consapevoli che la Chiesa ha in parte ripristinato ciò che Cristo aveva abolito, e che sia inderogabile il ritorno alle origini; ma allo stesso tempo sapere che stare nel mondo è altro che essere del mondo; che il “bello” e il “vero” che dominano il mondo dello show-business sono antitetici al “bello” e al “vero” del regno cristiano, e che a questo riguardo non si debbano fare confusioni… Come uscirne?

Forse aiuterà vedere come ne uscirà sr. Cristina.

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