Sanremo, canzoni al centro

Claudio Baglioni, Michelle Hunziker e Piefrancesco Favino vincono la sfida di un'inedita conduzione a tre

È andato in scena anche quest'anno il festival di Sanremo, che puntualmente monopolizza per una settimana il palinsesto televisivo tra attese, gossip, polemiche. C'è chi lo ama e chi lo odia, difficile comunque evitare canzoni, commenti o interviste, in un rito ripetitivo ma forse anche per questo rassicurante.

Dopo il vincente trittico targato Carlo Conti, che sembrava aver sancito la perdita dell'anima più autentica del festival, tra ospiti, gag comiche, parentesi pubblicitarie e un dilagante momento revival, la 68a edizione ha provato a rischiare, cercando di tornare alle origini. E lo ha fatto affidando la direzione artistica a Claudio Baglioni, cantautore amato, non nuovo ad esperienze televisive e che mai ha calcato come concorrente il palco di Sanremo. Ad indicargli la strada, il nome stesso della manifestazione, festival della canzone italiana, e quindi la volontà di mettere al centro, di nuovo, le canzoni che, per citare lo stesso Baglioni, “sono un'arte povera, semplice, sembrano valere poco ma hanno una forza evocativa incredibile, (…) sono coriandoli di infinito che emozionano, leggere come l'aria, ma non se ne può fare a meno”.

Musica e parole è stata così la linea rossa che ha caratterizzato il festival, un'accoppiata vincente nelle canzoni in gara e nei numerosi duetti sulle note dei più grandi successi del cantautore romano. Non sono mancati gli ospiti e le digressioni, ma tutto, alla fine, è tornato a riunirsi in quel binomio.

Sotto l'attenta regia di Duccio Forzano, in una scenografia essenziale dominata dal bianco, per cinque serate RaiUno ha proposto un intrattenimento leggero ma di qualità, popolare nel senso più profondo e autentico del termine, cercando, e premiando, la professionalità.

Baglioni, consapevole di non essere un conduttore, e giocando sul suo ruolo di direttore-dittatore, ha voluto accanto a sé uno dei migliori attori italiani in circolazione, Pierfrancesco Favino, a cui è stata affidata idealmente la parola. Certo, lui ha detto subito che sapeva anche canticchiare, ballicchiare, suonicchiare, e l'ha pure fatto con grande capacità e autoironia, dimostrando che quando c'è talento anche le cose semplici diventano preziose. Ma la vera conduttrice del festival è stata Michelle Hunziker, dominatrice dei tempi televisivi con la sua precisione svizzera e la sua sorridente energia.

E così l'ormai collaudata formula presentatore e vallette, che già aveva scricchiolato l'anno scorso in favore dell'inedita coppia Carlo Conti e Maria De Filippi, ha lasciato il posto ad una squadra dove la diversità di tre carriere distanti si è riunita in un affiatamento di intenti e di competenze che ha fatto la differenza.

In fondo, ha vinto una cosa ovvia, ma raramente praticata, in tv e non solo: ognuno ha fatto ciò che sapeva fare e che fa bene, grazie ad anni di preparazione che garantiscono la capacità di coinvolgere il pubblico.

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