Dipendenze: meno farmaci, più relazione

Si è tenuta nei giorni scorsi presso la sede del Centro Trentino di Solidarietà di corso 3 Novembre l'assemblea annuale dell'Associazione Famiglie di Progetto uomo, che offre ascolto e supporto per porblematiche di dipendenza, in particolare rivolte a familiari. Ripercorrendo la storia dell'Associazione, il presidente Oscar Setti ha proposto ai soci una riflessione sulle responsabilità e le risposte di fronte ai casi di dipendenza: “Oggi parliamo di diritti, deleghiamo alla scuola, alle Comunità Terapeutiche, al medico, alla Chiesa i problemi educativi. Preferiamo pagare piuttosto che coinvolgerci, togliendoci in qualche modo dalle responsabilità personali. Preferiamo pensare che le dipendenze siano malattie e non manifestazione di un disagio dell’anima. Preferiamo pensare che siano problemi della società e non trascuratezza educativa. Ogni giorno constatiamo come quel disagio viene monitorato e poi medicalizzato e gli unici a beneficiarne sono le multinazionali farmaceutiche poiché la politica è spesso al guinzaglio dei loro più o meno occulti finanziamenti”. Secondo Setti, la risposta per gli adolescenti che iniziano ad abusare di sostanze non può essere il farmaco: “Occorre un profondo ripensamento e un cambio di rotta, ma se vogliamo fare un passo avanti in questa materia è necessario soprattutto rimettere al centro la persona con i suoi disagi e non solo i suoi disagi”.

In particolare oggi, di fronte a ragazzi che, rispetto a un tempo, sentono molto di più la solitudine, Setti ha voluto ribadire il messaggio di tutta l'Associazione: “Non solo diagnosi ma gesti d’amore”, un amore che sia “responsabile”, capace di “liberare” la persona, “mentre il giudizio separa e imprigiona”. Un invito a “riportare la famiglia al centro del progetto educativo, pur consapevoli delle enormi difficoltà che i genitori possono incontrare, e in questo sostenerli e incoraggiarli a ritrovare coraggio, speranza e soprattutto buonsenso”.

L'assemblea ha anche ringraziato il presidente Luciano Azzolini, che lascia dopo 20 anni di volontariato.

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