Custodi e maestri

Gli alberi che abbelliscono Trento e dintorni possono raccontare la storia di tanti angoli della città: la ricerca di Mauro Landi e le foto di Alessandro Gadotti

Monumentali e maestri. Spiccano e si elevano per età, dimensione, localizzazione, connotazione botanica. Testimoni silenziosi di piccoli grandi eventi storici della città con le cortecce intagliate, i tronchi possenti, le chiome lucenti. Ora sono i protagonisti di una pubblicazione a loro dedicata, "Alberi maestri nella città e nel territorio di Trento", di Mauro Lando e Alessandro Gadotti, volume di 240 pagine a cura di Costantino Bonomi, conservatore per la botanica del Muse e Roberto Leonardelli, responsabile dell'Ufficio Parchi e Giardini del Comune di Trento, presentato venerdì 17 marzo in una gremita sala conferenze del Muse a Trento. Il libro, frutto di un progetto partito nel 2006, è suddiviso in tre parti a seconda della quota in cui si trovano gli alberi – città e fondovalle, collina, montagna – e raccoglie la storia di 127 piante, selezionate tra le 297 catalogate dai giovani laureati che, attraverso borse di studio, hanno collaborato al censimento con il Comune di Trento e il Muse-Museo delle Scienze. Ogni scheda scientifica è corredata dalle fotografie scattate da Gadotti e dai testi narrativi di Lando che mettono in evidenza il legame tra "i monumenti verdi" e le vicende storiche della città, raccontando curiosità e aneddoti.

Il tiglio di piazza Duomo, di impianto recente (1985), ma erede dei tigli che lo hanno preceduto, e perciò monumentale per il suo valore storico e paesaggistico, i filari monumentali costituiti dai 51 platani piantati nel 1894 sulla sponda dell'Adige in prossimità di via Sanseverino, il cedro che si trova nel parco di Gocciadoro vicino alla sede del Villaggio S.O.S., piantato il 14 marzo 1861 nel giorno in cui fu proclamata la nascita del regno d'Italia, i sette platani piantati nel 1888 nel Giardino Garzetti, nella piazza omonima, creato per abbellire l'area antistante al Tribunale, su modello del Ring viennese, il tasso collocato nell'angolo nord-est dei giardini di piazza Dante, impiantato prima del 1880, sono solo alcuni dei protagonisti a cui è stata data la parola.

Il volume si presenta dunque come una guida che è possibile sfogliare passeggiando per la città, guardandola attraverso una lente che punta lo sguardo sul verde e riscoprendo il valore di piante che, essendo espressione di un mix di elementi quali natura, ambiente, paesaggio, risorsa e patrimonio comune – dislocati su proprietà pubblica e privata -, offrono l'opportunità di cogliere il legame con la dimensione storica, culturale a artistica della città.

I "cercatori di alberi" saranno facilitati dalla presenza, nella parte superiore della pagina dedicata ad ogni albero, di un codice a barre: fotografandolo si potranno leggere ulteriori dati e mappe che ne indicano la posizione sul territorio. Oltre a essere studiati dal punto di vista scientifico e custodi di vicende storiche, gli alberi monumentali sono colore, emozioni e incarnano una visione dinamica del tempo: "A noi sembrano immobili – ha commentato Gadotti -, ma durante i sopralluoghi li ho visti cambiare in base alla luce, alla stagione e alle condizioni meteorologiche. La natura ha ritmi molto diversi dai nostri, tempi di evoluzione lontani dalla nostra frenesia: gli alberi sono maestri nel farcelo capire". Anche per questo "le cattedrali verdi" sono un patrimonio arboreo che merita ed esige l'attenzione e la protezione di tutti.

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