I ragazzi con BES e il Piano Trilingue

Dopo il varo da parte della Provincia del Piano Trentino Trilingue – che prevede, nelle scuole di ogni ordine e grado, inglese e tedesco come lingue veicolari (si veda lo scorso numero di Vita Trentina) – continua il dibattito: contro il Protocollo d'intesa si leva anche la voce di un gruppo di genitori con figli con DSA (disturbi specifici di apprendimento), che ha diffuso una lettera indirizzata al governatore Ugo Rossi in cui espone alcune osservazioni e perplessità a proposito, chiedendosi “se sono state prese in considerazione le difficoltà d'apprendimento delle lingue straniere nei ragazzi con BES (bisogni educativi speciali) e se sono state pensate delle misure particolari a riguardo”.

Nelle deliberazioni e nei documenti collegati al protocollo, infatti, non sembra esserci traccia di riferimenti ai DSA. Eppure – scrive questo gruppo di genitori “DSA Trentino – Domani Saremo Autonomi” – risulta da varie ricerche e documenti che lo studio delle lingue straniere mette in difficoltà i ragazzi con DSA: “Siamo proprio sicuri che quello che si sta facendo sia sufficiente per garantire il diritto allo studio di TUTTI i ragazzi/e?”. Il Piano prevede che tutte le classi avranno dalle 3 alle 5 ore d’insegnamento settimanale in modalità CLIL: “Ci chiediamo come l'introduzione di un monte ore così elevato – prosegue la lettera – possa conciliarsi con l'applicazione della legge 170/2010 e della legge provinciale 14/2011 e rispondere a dei principi di inclusione e di equità che dovrebbero caratterizzare tutta la scuola”. Seguono alcune proposte: “Per non perdere la terminologia disciplinare nelle materie di studio si potrebbe proporre l’insegnamento in CLIL in moduli. Visto che l’intelligenza dei ragazzi con DSA privilegia una modalità d’apprendimento attraverso il canale visivo e uditivo, sarebbe opportuno che fino alla quarta classe della scuola primaria si insegnassero le lingue straniere soltanto in forma orale, per poi inserire lo scritto dalla quinta classe in poi”.

Vengono espresse infine alcune criticità riguardo alla preparazione del personale di madrelingua nel campo dei BES, alle modalità di accesso alle certificazioni linguistiche ai ragazzi con DSA, e in merito al processo di condivisione del Piano trilinguismo. Su questi punti viene richiesto “un serio confronto in cui siano coinvolti realmente genitori, studenti, esperti e insegnanti”.

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