La poesia autentica di Luigi Ramponi

Il professore che passa dalla letteratura alla pranoterapia, da Dante all’arte motoria, dai poeti africani alla medicina naturale ad ampio spettro e senza escludere quella ufficiale, ha dato alle stampe un elegante volume di 46 “liriche”: “Il vento ruba alla rosa” (ed. Curcu Genovese 2018), in libreria da qualche giorno.

Si tratta del lavoro di un creativo Luigi Ramponi (nato a Dimaro ma residente a Trento) che, negli spazi liberi delle sue lunghe giornate, riesce a pensare per realizzare quella che potrebbe diventare una trilogia, partita nel 2015 con "Voci del Meledrio” (cioè della Val di Sole), consolidata con quest'ultima strana vicenda, e che potrebbe culminare in un terzo soggetto che nessuno può programmargli, pena lo scivolone nella sciatteria che affianca ogni forzatura. Perché "anche i poeti hanno uno Spirito che detta dentro, ma che non agisce a bacchetta o secondo le richieste del mercato".

C'è un altro dato di scuola: al corso di poesia, guidato da Renzo Francescotti, che si tiene a Trento a Villa S. Ignazio e che Luigi frequenta assiduamente, vigilano due regole ferree. La prima: "Imparare a riconoscere la poesia autentica, come cani da tartufi che la sanno annusare sotto la terra calpestata da altri passanti ignari". La seconda: "Se avete un nucleo di creatività lirica nel DNA, sappiate riconoscerlo, stanarlo, esprimerlo".

Forse non nuoce un'occhiata a qualche titolo: "Il maso" (l'eremita nel blu), "Natale" (e le 62 guerre del 2016), "Il gatto sul tetto" (nel giorno dei Morti). Trovi anche montanari vagabondi ad occhi spalancati di fronte all'ampio mare, personaggi come Dante, l'Amleto, Guardie svizzere e misteri dell'Africa, nonché un "Dio su misura" e un "PAX" immenso, sottoscritto da molti ma voluto da pochi. C'è anche una ricetta di "Felicità" e un "Và pensiero" per un compleanno tutto da rivisitare.

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