Promesse e mitezza

Complessità significa tessere insieme, intrecciare: indica ciò che è interconnesso. È la condizione della contemporaneità, l'inedito con il quale confrontarsi come invita a fare Papa Francesco nella Laudato Sii. Ci muoviamo verso uno stadio evolutivo caratterizzato dall'intreccio fra biologia e tecnologia che prefigura una società post-mortale il cui obiettivo è realizzare il sogno dell'immortalità che ora sembra possa diventare realtà. L'elemento positivo che la complessità svela sta nell'estensione del concetto di responsabilità umana: la responsabilità per l'avvenire è per l'altro, come diceva Levinas. Si tratta di esercitare una responsabilità di parole e di azione: la prima si esprime nelle promesse mantenute, la seconda nella mitezza. Chi promette, impegna se stesso nel futuro e fa sperare: questa capacità aiuta a superare il gap tra generazioni e dà forma di futuro al tempo. Chi è mite, è capace di mettere un limite alla sua forza per fare spazio all'altro e alla sua crescita, rispettando i suoi tempi e così facendo alimentando la fiducia che permette la vita insieme agli altri. I giovani sono lo specchio di fragilità altrui: compito degli adulti è aiutarli ad accoglierla poiché da essa può nascere la creatività, mentre essi devono osare inventiva e immaginazione.

Viviamo non in un tempo di crisi, ma la crisi del tempo: occorre ritrovare gratuità e stupore, capacità di contemplazione, in modo che il tempo sia luogo in cui mi sviluppo e non qualcosa da rincorrere sentendosi sempre in ritardo. È necessario abitarlo con semplicità, contrastando il senso di angoscia derivante dall’avere il mondo a portata di click ma senza poterlo controllare con la coscienza del limite e vivendo la responsabilità a cui siamo chiamati nei confronti del prossimo e delle generazioni future con libertà e maturità.

La Bibbia è il paradigma della complessità: contiene più libri in rapporto dialogico tra loro e la pluralità di visioni espresse nei quattro vangeli sull'unico evento fondante la fede cristiana. Per studiarla occorre un lavoro interdisciplinare e prenderla sul serio aiuterebbe i cristiani a entrare nel movimento di accoglienza della pluralità di visioni che la complessità pone oggi.

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