“Il record? Superare i propri limiti per crescere”. Parla la presidente del CONI, Paola Mora

Non solo grandi nomi e imprese uniche ma anche i “record” quotidiani delle tante realtà sportive del nostro territorio. Intervista alla presidente del Coni del Trentino Paola Mora

I dati parlano chiaro, un record lo sport trentino lo ha già battuto da tempo: la provincia di Trento è da sempre una delle più sportive e secondo l’ultimo rapporto del Coni il Trentino Alto Adige con il 36,2% è addirittura la regione con la maggior concentrazione di sportivi per abitante. “Di certo si parte da una buonissima base”, spiega la presidente provinciale, Paola Mora. “Significa che negli anni si è lavorato bene, in sincronia tra le istituzioni e la grandissima rete di associazioni sportive diffuse in ogni paese, portate avanti da persone meravigliose che fanno volontariato sportivo di alta qualità sia nell’accompagnamento e nell’accoglienza dei ragazzi che nell’organizzazione dei grandi eventi.”

Paola Mora, quali sono i fattori da cui partire per far crescere ulteriormente il movimento?

Bisogna lavorare su una fidelizzazione maggiore degli adolescenti e dei ragazzi intorno ai vent’anni, in sinergia con le scuole, le associazioni e le federazioni, per colmare il gap che si ha tra l’abbandono dell’attività sportiva dei 15-16 anni e la ripresa intorno ai 25 anni. Dobbiamo essere in grado di proporre loro un percorso di sport di altro tipo, più sociale e di cittadinanza, in modo da ritrovarsi a formare dei giovani adulti che saranno tecnici e dirigenti e faranno a loro volta crescere il movimento.

Il Festival dello Sport ha come tema portante il record, ma le tante piccole realtà sportive basate sul volontariato come devono intendere questo concetto?

Al Festival si parte dallo sport di altissimo livello per celebrare i record storici e i personaggi che hanno stabilito dei primati importanti, ma credo che ognuno di noi abbia dei piccoli record, sia nella vita quotidiana che nella vita sportiva. Lo sport deve servire soprattutto ai giovani che stanno costruendo la propria persona ad imparare a superare i propri limiti personali: nell’adolescenza o nello studio, come nei problemi o nelle disabilità, lo sport è il superamento del proprio limite. Ognuno di noi ha le sue piccole vittorie ed è di queste che bisogna essere soddisfatti, farne tesoro per crescere, vivere meglio e costruire una società migliore sotto ogni aspetto.

L’avvicinamento ad uno sport è spesso dovuto alla visibilità di cui una disciplina gode e ai successi ottenuti, pensiamo a pallavolo e basket, ma come devono operare gli sport cosiddetti “minori”?

Io preferisco chiamarli sport “di nicchia”, che diventano trainanti quando nel territorio c’è un campione che riesce a trascinare tutto un movimento e questo lo dimostra la storia. Gli sport sono tutti uguali, per me esiste “lo Sport” che è quello praticato bene, rispettando sé stessi e le regole. Come Coni cerchiamo di dare più supporto possibile alle federazioni che hanno minore visibilità, anche perché tante discipline possono essere divertenti e approcciare ragazzi che hanno abbandonato gli sport più tradizionali alla nostra cultura e al nostro territorio. Inoltre belle realtà come il trofeo Coni o progetti come “Scuola e Sport”, con cui le associazioni sportive del territorio entrano nelle scuole permettono ai ragazzi di conoscere e provare nuove esperienze.

A proposito di campioni, chi ci consiglia di tenere d’occhio nel prossimo futuro?

In questo periodo ci sono tantissimi giovani molto promettenti come Barbara Malcotti, Isabel Mattuzzi o i ragazzi che hanno vinto al Trofeo Coni, ma abbiamo ottime speranze in tutte le discipline sportive: dalla pallamano all’atletica, dal ciclismo allo sci, al tiro con l’arco, la ginnastica, la lotta. Insomma abbiamo tanti piccoli campioni che stanno crescendo bene.

Un’ultima domanda più personale: qual è il record che Le è rimasto più impresso nella storia dello sport?

Ricordo con emozione gli 800 metri di Novella Calligaris, perché aveva un fisico così minuto in confronto alle nuotatrici della Germania dell’Est o le americane. E poi il record di Mennea, per la persona oltre che per la durata del primato.

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