Il mondo “altro” è in movimento

Raùl Zibechi: “La tecnologia alla quale guardiamo è quella appropriata per la persona”

Comunità territoriali, geografiche, politiche, ideali: comunità comunque in movimento, quelle al centro della riflessione proposta al parco S. Chiara di Trento da OltrEconomia Festival. Un controcanto all’“altro” Festival che ha scelto di parlare… lasciando parlare proprio le comunità, protagoniste nel mondo di percorsi di resistenza. Si è cominciato con le comunità disgregate, ripiegate su loro stesse, intimorite e tentate da una deriva sicuritaria che vede nell’“altro”, non meglio definito, anzi, di volta in volta individuato in un obiettivo ben preciso, che sia il pericolo del terrorismo islamico piuttosto che il migrante in fuga da guerre e miseria – e l’ha fatto il blogger Wolf Bukowski, autore di La danza delle mozzarelle e di La Santa crociata del porco, per parlare poi di comunità in movimento e resistenti con la testimonianza portata da alcune attiviste colombiane del protagonismo femminile in un Paese che non è ancora pacificato, pur dopo la firma degli accordi di pace. Ed è risuonata anche la voce dei movimenti dell’America Latina con il giornalista e scrittore uruguyano Raùl Zibechi, a indicare, anche con una riflessione collettiva, rotte e percorsi per il futuro, sintetizza Francesca Caprini dell’associazione Yaku.

Zibechi, autore, tra l’altro, di “Il mondo altro” sui movimenti sociali in America Latina, conosce da vicino esperienze e cammini alternativi alla logica del capitalismo. “Oggi il continente latinoamericano vede al governo forze di destra, ma il conflitto sociale è più forte. La destra rimette in discussione i diritti acquisiti dai lavoratori negli ultimi anni e i movimenti difendono queste conquiste”. Non ci sono solo gli zapatisti in Messico e i Sem Terra in Brasile: “In Argentina sono state recuperate 400 fabbriche grazie all’azione dei movimenti popolari, in Colombia sono stati attivati 12.000 acquedotti comunitari, in Brasile il movimento dei contadini ha messo in piedi scuole… i movimenti sociali non chiedono allo Stato, ché tanto non risponde, ma creano spazi nuovi, territori in qualche modo dotati di una loro autonomia”. E’ questa, sintetizza Zibechi, la nuova strada dei movimenti. “I movimenti si fanno costruttori di comunità: uno spazio, un territorio dove gruppi di famiglie condividono la casa, il lavoro, l’orto, e così via. E sono comunità dal doppio movimento: da una parte devono difendere di fronte allo Stato le loro conquiste, dall’altra costruiscono una nuova identità”. E’ un processo continuo di rinnovamento individuale e collettivo. “Nell’economia di oggi il lavoratore perde la sua dignità. Nei movimenti ciascuno recupera la propria dignità”. Conclude, Zibechi, con una riflessione più aderente al tema del Festival dell’economia: “La tecnologia alla quale guardiamo è quella appropriata per la persona, è una tecnologia controllata dall’uomo, semplice, non subita passivamente o dominio di pochi esperti”.

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