Da sempre terra di passaggio

Il territorio della Comunità della Valle di Cembra, corrispondente al tratto finale del corso dell’Avisio, che la divide nei versanti destro e sinistro, si colloca dall’insenatura del “Dos de le Fraine” a nord, sino alla “Serra di San Giorgio” a sud. È situata nel Trentino orientale, a ridosso del confine con l’Alto Adige-Südtirol, lungo tutto il suo versante destro.

Da sempre è stata terra di passaggio, frazionata non solo dalla morfologia, ma anche dalle diverse popolazioni e dalle capacità di autogoverno, e con un fondamentale momento storico che vede la valle di Cembra unita nella ricerca di un benessere comune imperniato proprio sul territorio, vero monumento della natura e suggestivo giardino vitato digradante verso l’Avisio, che oggi unisce le due sponde, per risalire fino alle pendici dei monti e ai pascoli alpini.

La Valle di Cembra è una fra le zone più caratteristiche del Trentino orientale. Accanto ai boschi di larici, betulle, faggi e pini silvestri, accanto ai laghi alpini di Cembra: il Lago Santo, di Lases e Valle e alle famose Piramidi di Terra di Segonzano (l’attrazione naturalistica più affascinante dell’ambito turistico Cembra, meta ogni anno di migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo), il paesaggio affascina ed attrae per la curiosa ed ardita disposizione dei vigneti collocati su ripidi e soleggiati pendii digradanti verso il torrente Avisio.

Accanto all’enogastronomia numerose sono le proposte culturali collegate a percorsi tematici di grande interesse storico-culturale: il Sentiero di Albrecht Dürer, quello didattico delle Piramidi, quello dei vecchi mestieri, il Sentiero Etnografico. Infine il Roccolo Mosaner, in località Sauch di Giovo; struttura vegetale, ideata in passato per la cattura degli uccelli, è oggi centro ornitologico di monitoraggio dei flussi migratori. In autunno e in primavera si può seguire direttamente l’attività scientifica di inanellamento e studio degli uccelli.

Sul versante sinistro delle valle, una distesa di boschi interrotti qua e là da grandi macchie rosso porfido, la pietra vulcanica, che ha portato, assieme al vino, il nome della valle in tutto il mondo. Pietra rara, bella e resistente all’usura e alla corrosione degli agenti atmosferici, la lavorazione del nostro “oro rosso”, ha dato lavoro a centinaia di persone permettendo in tal modo a molte famiglie di evitare l’emigrazione e di avere un decoroso tenore di vita.

Sulla sponda destra, invece, a far da traino all’economia è stata la viticoltura; i nostri contadini hanno sostituito l’uva schiava, poco remunerata, con nuovi vitigni, che danno uve pregiate. Ne consegue una produzione di vini di eccellente qualità, conosciuti ed esportati in tutto il mondo.

Il numero degli imprenditori agricoli veri e propri è limitato, ma ogni fazzoletto di terra viene coltivato. All’agricoltura e all’industria del porfido si sono aggiunti ormai da anni gli agritur a conduzione familiare e recentemente i b&b diffusi un po’ dovunque: circa 350 posti letto compresi gli alberghi, nonché 1000 posti tra seconde case e affitti turistici. A Grumes, è attivo un ostello della gioventù.

La solidarietà e la condivisione hanno radici profonde: poiché si viveva una vita grama e per campare “si lambicava”, la gente spontaneamente si aggregava, si aiutava per puro spirito di solidarietà. Così è anche oggi, con numerose associazioni che svolgono le loro attività in diversi campi, dai servizi alla persona alle attività culturali: esse costituiscono un fondamentale tassello del tessuto sociale di valle e coinvolgono molte persone, che si impegnano con gratuità, con entusiasmo e competenza.

Ida Jachemet e Alceo Pellegrini

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