Immigrazione, lavoro, elezioni

In merito al dibattito sull’immigrazione si ruota sempre intorno alla crisi dei rifugiati e agli sbarchi di migranti sulle coste meridionali. Seppur questi fenomeni richiedano la massima attenzione in realtà rappresentano solo il 3% dell’intera popolazioni di migranti stranieri presenti sul nostro territorio.

E’ un dato di fatto che i paesi con una forza lavoro più qualificata attraggono immigranti con maggiore istruzione. Infatti assistiamo ad una forte fuga di cervelli in altri paesi che investono nella ricerca.

L’Italia, che ha una forza lavoro autoctona con il tasso d’istruzione tra i più bassi in Europa (19%) ha anche il più basso tasso d’istruzione universitaria tra gli immigrati fra tutti i paesi dell’UE.

La presenza sul nostro territorio di lavoratori immigrati con bassa qualifica non ostacola il loro inserimento nel mercato del lavoro.

Deriva che gli immigrati vanno a concentrarsi in aree ad alta occupazione.

La rapida integrazione occupazionale degli immigrati nel mercato del lavoro indica come essi vadano a coprire le carenze di manodopera esistenti, soprattutto nei lavori meno qualificati dove l’offerta di nativi è carente.

Ora torniamo al livello di istruzione che se elevato ci porta nativi e non nativi ad un progresso del nostro Paese, ad uno sviluppo di competenze e conoscenze che fa crescere l’impresa non come mero centro di profitto ma come progetto di vita condivisibile con tutte le componenti stakeholder.

Ricordiamoci che al centro del nostro patto di cittadinanza c’è il lavoro come sviluppo della persona umana.

Lorenzo Valla

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