Recuperiamo spazi di partecipazione politica

Caro direttore,

trovo lodevole che Vita Trentina abbia offerto uno spazio di dibattito politico "dal basso", perché è proprio la voce degli elettori quella che viene sacrificata nel dibattito attuale. I cittadini sono considerati dai partiti oggetti, non soggetti. Persone da illudere con promesse irrealizzabili o da convincere suscitando sentimenti istintivi e irrazionali. Quanto si può applicare alla comunicazione politica ciò che papa Francesco ha appena scritto nel Messaggio sul rapporto tra la verità e le fake news!

La prima cosa da proporre allora è a mio avviso il recupero degli spazi di partecipazione politica, da realizzarsi con una modifica della legge elettorale. Senza una reale possibilità di incidere sulle scelte dei partiti, i cittadini si accontenteranno di essere tifosi schierati sempre e comunque a fianco del leader e continueranno ad essere solo una "massa di manovra elettorale" da usare, a cui imporre dall'alto nomi di candidati privi di collegamento col territorio, come vediamo nella composizione delle liste per il prossimo 4 marzo.

Don Remo Vanzetta, ai delusi che vorrebbero trovare di meglio nelle liste, presenta le due opzioni alternative: astensione, o scelta del partito, e del candidato, con il programma più serio e credibile. Ma l'invito a non astenersi si fonda su una cultura politica di cui non c'è traccia in questa legge elettorale. L'opzione di scegliere "il programma meno lontano" dai valori in cui si crede, e le persone "che meglio li incarnano" non trova corrispondenza in una legge in cui voti A ma con il tuo voto verrà eletto B, per effetto delle candidature multiple, o scegli il partito X ma la tua scelta sarà trasferita al partito Y, con cui X è coalizzato.

La seconda cosa che vorrei proporre è di impegnarsi a livello personale e di gruppo a non lasciar cadere la riflessione e trovare modi e luoghi per ricominciare a tessere una cultura politica in grado di "rammendare" il tessuto lacerato della democrazia italiana.

L'invito di don Remo Vanzetta a partire dalle basi di "uguaglianza, libertà, fraternità" indica un riferimento proposto a tutti, ma mi permetto, sommessamente, di notare che i principi della rivoluzione francese sono una radice non secondaria di quell'individualismo che sta minando la convivenza civile. Perché allora non dai principi fondamentali della Dottrina sociale cristiana: la dignità della persona, la giustizia sociale, la sussidiarietà e la solidarietà. Parole che nel nostro Trentino hanno prodotto concretezza di opere di cui tutti hanno beneficiato; parole che per carenza formativa sono state in questi anni talvolta occasione per dividere, ma che hanno ancora oggi, guardando al futuro globalizzato e tecnologico, una forte capacità di indicare la strada per soluzioni adeguate.

Io credo che una nuova politica, di cui c'è bisogno, con il contributo di tutte le persone di buona volontà, non può che raccogliere l'indicazione del card. Bassetti: non è auspicabile che, nonostante le diverse sensibilità, i cattolici si dividano in «cattolici della morale» e in «cattolici del sociale».

Andrea Tomasi (Pisa)

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