Un grazie in gospel

Sarà un percorso di lode al Signore quello proposto nel concerto di sabato sera, a chiudere gli eventi per i 90 anni di Vita Trentina

Sarà il Freedom Gospel Choir a scaldare l'atmosfera nella serata del 12 novembre, quella di chiusura degli appuntamenti legati ai 90 anni di Vita Trentina. Nato nel settembre del 2011 per la passione per il genere gospel e spirituals di alcuni soci fondatori, il coro in pochi anni riesce a conquistare spazio e credibilità, meritando palchi sempre più prestigiosi. Negli anni successivi a questi due generi si sono aggiunti alcuni brani di ispirazione religiosa africana. I pezzi vengono eseguiti con l' accompagnamento di una tastiera e piccole percussioni ma non mancano esecuzioni a voci scoperte. Diretto dal maestro Angelo Bassetti e presieduto fin dalla sua fondazione dalla presidente Magda Massimini, il Freedom Gospel Choir è formato da una trentina di elementi, da voci maschili e femminili, accompagnati alle tastiere Gioele Andreolli e alle percussioni Alessio Rossi. Nel percorso di crescita di questo coro fondamentali sono state alcune tappe: il concerto del debutto nella chiesa di san Martino a Trento e il concerto nel Duomo di Trento in occasione delle Universiadi invernali nel 2013; nel maggio 2014 si è esibito con l'esecuzione di alcuni canti in all'udienza generale di papa Francesco in piazza san Pietro ed ha preso parte alla trasmissione "La canzone di noi" in diretta su Tv 2000; nel novembre del 2014 è stato tra i protagonisti del "Concerto d' Avvento" ripreso da Telepace e mandato in onda più volte anche in tutto il mondo. Ed ancora concerti a Rotzo di Asiago a Tambre in provincia di Belluno, Caldonazzo (nella chiesa di San Sisto , presso Corte Trapp e Corte Celeste, piazza del Municipio) e Rovereto.

In occasione del concerto per i 90 anni del nostro settimanale non mancherà nulla del repertorio proposto del Freedom Gospel Choir: dalla canzone africana, con un canto popolare della tradizione dello Zambia ad aprire la serata ed un Padre Nostro in lingua Swahili a chiudere, passando per i canti più prettamente Gospel. Ovvero canti religiosi, nati negli Stati Uniti anni 30 da inni corali cristiano-metodisti degli afroamericani ed ispirati a loro volta dagli antichi canti blues e spirituals che accompagnavano le giornate di lavoro degli schiavi nei campi agricoli.

Il termine gospel tradotto significa Vangelo, buona novella, “parola di Dio” e i testi si ispirano alla Bibbia, al libro dei Salmi in particolare.

La scaletta è un percorso di lode al Signore e alla Madonna (Holy Queen-Salve regina) partendo da Bonse Aba, un canto tipico africano dove il solista fa un invocazione e il coro risponde. Si passa poi a Total Praise Lord, un canto meditativo gospel e Kumbaya, brano spirituals-africano composto da un sovrapporsi di voci.

Joko Yahao è un brano gospel interpretato dal Soweto Gospel Choir, gruppo sudafricano. Poi il brano gospel Amen e quello spirituals Lord you raise me up, canto di speranza nelle difficoltà della vita di tutti i giorni.

Tra le canzoni più rappresentative How I got over hallelujah, uno spirituals armonizzato dall'ex tastierista del coro Mattia Beber che è un dialogo tra solista e il coro, e Shout to the Lord, conosciuta in italiano con il titolo "Popoli tutti": tra i primi brani imparati dal coro e solitamente proposto in chiusura dei concerti.

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