Passione cricket

Campione d’Italia nel 2011, nel 2012 e nel 2016, anche quest’anno il Trentino Club non fa mistero delle sue ambizioni

Mentre la Trento del basket si gioca contro Milano quello che sarebbe il primo storico scudetto della sua storia e la pallavolo ci ha abituati fin troppo bene a titoli e trionfi, c’è un’altra rappresentativa dei colori cittadini che lo sfizio di stare ai piani alti delle classifiche ormai se lo toglie da un po’ di tempo: il Trentino Cricket Club. Campione d’Italia nel 2011, nel 2012 e nel 2016, anche quest’anno non fa mistero delle sue ambizioni e dopo le tre vittorie consecutive contro Bologna, Roma e Brescia, il vertice della classifica è a portata di mano, come ci ha raccontato Luca Avancini, recentemente ospite a La Noche del 10, l’approfondimento sportivo di Radio Trentino inBlu.

Il cricket in Italia è certamente una disciplina ancora poco conosciuta, anche se a Trento è praticata dal 1994, quando Luca assieme ad un gruppo di amici decise quasi per scherzo di fondare la squadra: “Eravamo affascinati da certe immagini che vedevamo in tv e dalla voglia di fare un’esperienza nuova, lo spirito di questo gioco ci ha conquistati e alcune trasferte ci hanno fatto appassionare, quindi abbiamo proseguito raggiungendo risultati importanti come i 3 scudetti vinti, una Coppa Italia e diversi titoli giovanili”.

Dopo alcune tournée anche all’estero la realtà è cresciuta, finché a Trento sono arrivati i primi giocatori stranieri che hanno portato la loro importante esperienza internazionale. “Oggi la squadra è formata in larga parte da ragazzi di origine pakistana, molti hanno la cittadinanza italiana ma grazie alle loro radici conoscono bene il gioco”, continua Luca che su questo sport ha ancora scritto un libro, “Tutti i colori del cricket trentino”. “Quando abbiamo fondato la squadra eravamo tutti autoctoni, poi con la grande ondata migratoria del subcontinente indiano queste comunità si sono ben integrate in Italia e giustamente anche nel nostro sport, sia perché sono molto più preparati, sia perché c’è stato un momento in cui il cricket azzurro era piuttosto in difficoltà a livello di numeri, quindi si è pensato di aprire il più possibile e di far crescere il movimento”.

Asghar Masood, uno dei giocatori della rosa attuale del Trentino Cricket, ci conferma questa particolare dinamica: “È una passione che deriva dalle mie origini pakistane, là tutti giocano a cricket, lo conoscono e lo amano. Ho avuto la fortuna di poterci giocare anche in Italia grazie al Trentino, in cui milito dall’under 15”. Parlando con Masood è doveroso passare al campo, per farci raccontare un campionato che ha visto i trentini partire con alcuni risultati altalenanti: “Quest’anno la squadra ha cambiato molto, ha perso alcuni elementi importanti come Alaud Din, ex colonna anche della nazionale che ora ci allena, e un paio di giocatori che sono andati in Inghilterra a provare l’avventura professionistica. Con i giovani serve forse un po’ più di tempo ma credo che adesso la squadra abbia iniziato a ingranare”.

A proposito di campo, cerchiamo di fare chiarezza sulle regole del gioco, che secondo Avancini non è così complicato come sembra: “Una squadra è composta da 11 giocatori, batte e cerca di realizzare più punti possibili nel tempo che ha a disposizione, finita questa prima parte, detta inning, inizia la seconda parte e va in battuta l’altra squadra, che cercherà di fare ancora più punti. È simile al baseball che è uno sport derivato dal cricket, ma nel cricket il battitore può scegliere se correre o non correre, rispetto al baseball prima di fare punto ha anche la possibilità di difendere”.

Il cricket, stando alle statistiche, è il secondo sport più praticato al Mondo dopo il calcio, ma per renderlo popolare in Italia bisogna fare ancora tanta strada, racconta ancora Luca: “C’è stato un momento in cui si sperava che potesse diventare sport olimpico, sarebbe stato un grande passo avanti, ma per ragioni politiche la federazione indiana ha posto il veto. La Nazionale azzurra sta raggiungendo risultati di buon livello, però spesso grazie alla presenza di giocatori oriundi o di origine straniera”.

In ultimo un appello alle istituzioni al quale entrambi tengono particolarmente: “Siamo una delle società più longeve e titolate del panorama nazionale, ma siamo l’unica squadra che non ha un suo campo ufficiale e questo è un limite davvero grosso, i ragazzi sono costretti ad allenarsi in contesti particolari perché per allestire il campo ogni volta ci vogliono 3 o 4 ore minimo”. Conclude l’atleta italo-pakistano: “Un terreno di gioco nostro ci permetterebbe di invitare anche squadre dall’estero, e questo darebbe maggiore risonanza a questo sport che attira sempre più persone, e farebbe crescere ulteriormente il movimento del cricket trentino.” Anche se, pallavolo e basket insegnano, l’ingrediente fondamentale per crescere è vincere e, almeno da quel punto di vista, il Trentino Cricket Club è sulla buona strada.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina