“Cantiamo per scuotere le coscienze”

Dopo il successo della prima, sabato sera il coro Vocinmusica porta lo spettacolo “Il mio posto nel mondo” al Garden Tuttoverde di Ravina

Un viaggio che unisce musica e teatro. “Il mio posto nel mondo” è il titolo dello spettacolo che Vocinmusica ha portato in anteprima al teatro oratorio di Romagnano sabato scorso e che ripeterà il 14 ottobre alle 20.30, al Garden Tuttoverde di Ravina, inserendosi così nel tema della Settimana dell’accoglienza.

Il coro diretto dal maestro Daniele Tasin accompagna il monologo dell’attore protagonista Roberto Leveghi, su un testo preparato da Chiara Zanella. L’idea di allestire questo spettacolo è stata dei coristi Evelin Boccone, Davide Boselli, Alice Zanella e dalla stessa Chiara Zanella. “Volevamo sperimentarci in un nuovo progetto, percorrere una strada che non avevamo mai intrapreso prima”, racconta Chiara Zanella. “Con questo spettacolo vogliamo lasciare un messaggio, utilizzando il canto non solo come intrattenimento e divertimento, ma anche come mezzo per scuotere le coscienze, per lasciare un segno che possa essere una piccola goccia per un cambiamento nel mondo. Obiettivo sicuramente ambizioso, ma tentar non nuoce. Ci proviamo”.

Lo spettacolo “Il mio posto nel mondo” vede l’attore Leveghi ripercorre un viaggio a ritroso nel tempo. Era partito mosso da domande pressanti, importanti, scomode: cosa ci faccio qui? Che senso ha il mio esistere? Qual è la mia ragione di vita? “Nel corso del suo viaggio attraverso il mondo – spiega ancora Chiara – incontra persone, conosce culture, scopre delle storie, che lo portano a comprendere di più se stesso e i possibili motivi per cui esistere. In tutto questo, il coro interviene proponendo canti provenienti da diverse parti del mondo, facendo da sfondo attivo e partecipe all’intero racconto e in alcuni casi anche recitando delle piccole parti”.

Lo spettacolo si apre con lo scenario di un aeroporto: la canzone iniziale accompagna la confusione che regna solitamente in quel luogo ed ogni corista simboleggia un viaggiatore, ognuno si trova in platea con la sua valigia in mano. Sul palco inizialmente c’è la sola sezione dei bassi, poi le altre sezioni salgono mano a mano che intervengono nel canto.

Si va dall’Italia (con un suggestivo canto trentino cantato dalla sola sezione maschile del coro) al Sud Africa (con Shosholoza), dal Malawi (Hamba Lulu) all’Ucraina (la Ninna Nanna russa), dagli Stati Uniti (gospel Wade in the water), al Perù (un canto popolare), dalle Isole Samoa (Minoi Minoi) alle Filippine (Papury Sa Dyios) e all’India (con Evening Rise). All’inizio e alla fine il coro interpreta altri due canti; quello di congedo è stato armonizzato dal maestro Daniele Tasin che si dice soddisfatto di come è andata la “prima” con un teatro quasi pieno e uno spettacolo che pur nella sua semplicità, rispetto ad altri più impegnativi prodotti dal coro stesso, ha riscontrato subito ottimi consensi. “La speranza – commenta – è ora quella di portare il nostro spettacolo in altri teatri. Noi siamo pronti”.

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