Giù con la slitta!

Bambini sulla slitta
Efficace mezzo di origine Medioevale per trasportare la legna sulla neve, gli “slitoni” sono i protagonisti dell’annuale gara che si svolge a Selva di Levico sulla spettacolare discesa dal castello alla piazza della chiesa

Ci sono degli oggetti che portano con sé tutta la storia e la cultura di un popolo. Oggetti spesso di utilizzo quotidiano, vissuti nel vero senso della parola, che quanto più sono consumati tanto più sono rappresentativi. Per la gente di Selva di Levico, non v’è dubbio che gli “slitoni” siano il simbolo della loro terra, della loro tradizione di contadini e boscaioli, di gente semplice ma dalla scorza dura.

Le slitte della legna, costruite rigorosamente in casa, affondano la propria tradizione nel medioevo, quando nei lunghi inverni in cui per scaldarsi occorreva un mezzo di trasporto efficace per portare la legna dal bosco in casa, spesso galleggiando sulla copiosa neve che decorava il paese con la sua magica frigidità.

“Slitoni” che in autunno venivano utilizzati per trasportare il fieno e il letame avanti indietro dalle stalle e, più in generale, tutti i mezzi di prima necessità delle famiglie. Sono stati loro ad offrire, inoltre, uno dei primi lavori ai giovani in forze del posto: quando nelle estati della Belle epoque Levico ospitava le villeggiature dei signorotti nobili delle città, le donzelle al seguito coglievano l’occasione per effettuare le cure termali a Vetriolo, affrontando i 1000 metri di dislivello, sia in salita sia in discesa, “comodamente” sedute sulle slitte della legna, modificate appositamente per ospitarle dai ragazzi che le trainavano in virtù dei loro muscoli d’acciaio.

Dell’usanza (propriamente detta) di queste slitte oggi rimane la manifestazione che il Gruppo Castel Selva, guidato da Michele Dalmaso, organizza da 29 anni nella ricorrenza dei patroni SS. Fabiano e Sebastiano. Un revival che vede numerosi equipaggi (sette domenica scorsa, 20 gennaio, per l’edizione 2018) sfidarsi in una gara di abilità tecnica dai sapori antichi.

Ogni equipaggio, costituito da due ragazzi che portano una damigella, corre giù con la slitta dalla collina che ospita il castello lungo il sentiero che arriva nella piazza della chiesa. A spezzare la folle corsa, tre prove di abilità (tiro con l’arco, lancio degli anelli e tiro a segno) sono richieste alla damigella; una volta giunti in piazza, il tempo viene fermato al cadere del mozzo di tronco che i due trainanti tagliano utilizzando il vecchio “segone” di due metri, antenato illustre della motosega.

Nella “gara dei slitoni” e nella preparazione e manutenzione degli oggetti-simbolo slitte, gelosamente custodite dall’Associazione, trova la sua espressione più alta l’orgoglio di appartenenza sincero e schietto che questa gente nutre nei confronti della propria terra e della propria cultura.

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