“Il Fersina sta morendo”

Uno scorcio del Fersina
Preoccupa la scarsità di acqua nel torrente Fersina. La protesta dei pescatori che propongono alcune iniziative concrete.

Un torrente simbolo del territorio, un corso d’acqua molto utilizzato nel tempo, ma ora un ambiente fluviale che rischia di essere irrimediabilmente compromesso. Questo il torrente Fersina che dalle cime del Lagorai attraversa la Valle dei Mòcheni, le frazioni e la piana perginese, prima di concludere la sua corsa nell’Adige, raccogliendo le acque di molti affluenti e dando vita a suggestivi scorci naturali come l’Orriodo di Ponte Alto.

Un torrente, che complici anche le ripetute stagioni avare di precipitazioni e un complesso ed articolato sistema di derivazioni e captazioni, sta evidenziano un calo progressivo della sua portata, con autentiche “secche” estive e repentini rilasci d’acqua nella stessa giornata. A lanciare un grido d’allarme sulla situazione del Fersina sono stati nei giorni scorsi i soci di “Unione Pescatori Trentini” e associazione “Pescatori Fersina Alto Brenta”, che hanno evidenziato come la progressiva riduzione della flora e fauna ittica – pesci e microrganismi – stia intaccando irrimediabilmente l’ambiente fluviale.

“Una situazione denunciata sin dall’estate 2015, ma che ora non è più tollerabile”, ha spiegato Sergio Eccel a capo degli oltre 500 pescatori perginesi. “Di fronte a tale scarsità d’acqua e ai dilavamenti delle improvvise piene e rilasci è inutile ogni sforzo della nostra associazione nel tutelare l’ambiente fluviale anche con puntuali ripopolamenti. Una situazione più volte evidenziata ad autorità e servizi provinciali, ma senza raccogliere l’adeguata attenzione o provvedimenti concreti: il Fersina ed il suo microambiente naturale è in agonia e sta progressivamente morendo”.

Preoccupata anche l’Unione Pescatori del Trentino. “Il 2016 doveva essere l’anno della svolta e dell’entrata in vigore per tutti i corsi d’acqua della provincia del deflusso minimo vitate, 2 litri a chilometro quadrato in ogni bacino”, ha spiegato Stefano Martini dell’Unione Pescatori. “Un provvedimento che non ha risolto il problema delle scarsità d’acqua nel Fersina, dove a causa dei vari utilizzi e derivazioni è difficile mantenere una costante, seppur minima, portata d’acqua. Un elemento fondamentale per permettere la conservazione del suo millenario ecosistema e della sua ricchezza ambientale e faunistica”.

Sotto accusa, oltre alle derivazioni per fini idroelettrici e agricoli, anche le recenti opere di regimentazione idraulica che avrebbero causato un abbassamento della falda tra Serso e Viarago. I pescatori perginesi hanno voluto ribadire come “l’uso ambientale” ed idropotabile di un torrente prevalga su tutti gli altri utilizzi delle sue acque (economico, agricolo o idroelettrico), e come basterebbe lasciar scorrere nell’alveo anche solo un decimo della portata idrica per salvaguardare il suo prezioso ecosistema fluviale.

“Le analisi ed i dati sono noti alla provincia, l’Appa ha definito buona la qualità delle acque nel bacino del Fersina, ma dimenticando che spesso il loro deflusso è assente”, ha concluso Sergio Eccel. “Chiediamo a Provincia e Comune di Pergine di fare qualcosa di più per il torrente Fersina, considerando il uso valore paesaggistico e promozionale per la Valle dei Mòcheni e l’Alta Valsugana”.

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