In 300 per dire “no” alla Valdastico

La manifestazione organizzata per protestare contro la realizzazione dell’ A31
Un forte e deciso “no” alla realizzazione della Valdastico si è levato dalle sponde del lago di Caldonazzo, sabato scorso. A gridarlo più forte che mai sono stati i 300 presenti alla manifestazione organizzata da un coordinamento di associazioni ambientaliste e di società civile che si sono unite nel protestare contro i progetti di completamento verso nord dell’autostrada A31, la tanto dibattuta Valdastico.

Un “no” motivato non tanto dalla mera contrarietà all’opera, ma dall’inutilità di questa strada, la cui realizzazione viene spinta solo per motivi economici, minacciando ambienti ed ecosistemi nel suo scorrere verso il Trentino.

“Partendo da Piovene Rocchette – spiega Emanuele Curzel, esponente del comitato No Valdastico nord – il nastro d’asfalto dovrebbe risalire la stretta valle dell’Astico, percorrere decine di chilometri di gallerie e viadotti e sbucare poi in Trentino. Fino al 2015 si era parlato della zona di Besenello, ma da allora è emersa la proposta di un prolungamento in Valsugana (la zona delle Lochere-Caldonazzo-Valle del Centa, n.d.r.), qualcun altro invece propone la zona di Rovereto. La questione – prosegue Curzel – però non è il punto di uscita, ma la costruzione stessa dell’autostrada, che avrebbe costi ambientali ed economici altissimi, un’utilità per lo meno discutibile e servirebbe soprattutto a permettere ai proprietari dell’autostrada A4 di ottenere il rinnovo di quella concessione. Una concessione milionaria”.

A partecipare alla manifestazione per portare il loro sostegno unito alla preoccupazione anche gli attivisti veneti, provenienti dal vicentino: non è la prima volta infatti che numerose persone le quali, ancor più che in Trentino, hanno sotto gli occhi tutti i giorni la situazione di un cantiere che pare destinato all’avvio imminente, prendono parte alle manifestazioni organizzate dai loro omologhi al di qua delle prealpi.

Gli attivisti veneti hanno raccontato del loro impegno e ringraziato le associazioni trentine per il contributo alla loro lotta, e i sindaci Giorgio Schmidt di Caldonazzo, Cristian Comperini di Besenello, David Perazzoli della Vigolana, Cristian Uez di Calceranica, hanno sottolineato come un nuovo collegamento autostradale porterebbe gravi danni sia all’ambiente che all’economia della zona, fondata sull’agricoltura e su un turismo che apprezza gli aspetti naturali della valle.

Gli stessi sindaci avevano dato vita a delle apposite commissioni comunali con l’intento di dare ufficialità e peso anche alla posizione dei loro Comuni, e lo scorso febbraio avevano anche sottoscritto una lettera aperta agli allora candidati alle elezioni politiche. Un appello, pare, rimasto inascoltato.

Dopo i numerosi discorsi alla spiaggia “Pescatore”, i manifestanti si sono accodati in un lungo corteo, sfilato lungo la spiaggia del lago. Uno specchio d’acqua che potrebbe essere testimone di una delle opere più dibattute e discusse dell’ultimo secolo trentino. E gli attivisti, che hanno trovato unità di forze e d’intenti, annunciano presto nuove manifestazioni per dar voce “a comunità calpestate”.

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