Stampa, nuovi poteri

E' nata una “storica” concentrazione editoriale. Le prospettive e i rischi al Congresso dei giornalisti cattolici a Matera

Matera, marzo 2016 – La notizia confermata proprio la settimana scorsa è “una bomba”: sta nascendo la più grande concentrazione finanziaria dell'editoria italiana in seguito alla fusione tra il gruppo L'Espresso (con “Repubblica” controlla 19 quotidiani locali fra cui “Trentino”, tre radio e due concessionarie di pubblicità) e la Italiana Editrice della famiglia Agnelli, da sempre proprietaria unica de “La Stampa” di Torino. Insieme, assicurano un fatturato di 750 milioni di euro, vale a dire “la più alta redditività del settore” con milioni di utili.

Sarà operativa nel 2017 questa società unica (le testate giornalistiche rimarranno distinte), alla quale “risponderà” probabilmente il gruppo Rizzoli Corriere della Sera, molto attivo nel web da qualche mese con un'innovazione di stampo americano, per il quale si parla già di una fusione con il gruppo de “Il Sole 24 ore” governato da Confindustria.

Queste grandi manovre oligopoliste hanno offerto lo scenario nebuloso al confronto nazionale dei giornalisti cattolici dell'UCSI riuniti a Matera per il congresso elettivo: “Ne vedremo delle belle, e anche delle brutte – ha previsto nel suo intervento al dibattito il direttore di Avvenire Marco Tarquinio – perchè l'Antitrust dovrà pronunciarsi su questa concentrazione in poche società. Non si tratta di essere contrari ad economie di scala che possano salvare anche i posti di lavoro, ma cresce però la preoccupazione di chi teme per il pluralismo dell'informazione”.

Davanti a tematiche che spesso pesano sul rispetto della dignità umana (dalla bioetica, alle nuove dipendenze, alla giustizia sociale) i lettori cattolici avvertono spesso di trovarsi di fronte ad una “cupola mediatica” (come la chiama Tarquinio) che affronta i temi a caccia di scoop e di meri profitti pubblicitari.

Uno schema fisso sul quale si aspettano le prime scelte controcorrente dei nuovi vertici Rai (da poco sono stati nominati i direttori delle testate giornalistiche) per far recuperare al servizio pubblico una credibilità mai caduta così in basso.

Secondo Andrea Melodia, presidente uscente dell'UCSI, “l'etica professionale è il vero campo di battaglia della formazione dei giornalisti”, come dimostrano le iniziative di aggiornamento promosse dalle sezioni locali dell'UCSI, compresa quella regionale di Trento e Bolzano guidata con passione da Giustino Basso. “Dobbiamo guardare ai tanti precari nella professione”, ha detto Basso, “ed è bene che i pensionati lascino il loro posto ai giovani” (due giornalisti su tre in Italia non hanno il posto sicuro).

Anche dai vertici del sindacato nazionale (al congresso ha parlato il segretario FNSI Lo Russo) è venuta la richiesta di presidiare “l'etica della responsabilità”, mentre lo stesso Segretario di Stato Vaticano, il card. Pietro Parolin, ha ricordato che “la missione del giornalista è dar voce a chi non ce l'ha: la vera sfida anche nel web non è arrivare prima sulla notizia ma arrivare meglio”.

La conferma è venuta il giorno stesso del dibattito: solo Avvenire aveva in prima pagina la notizia delle quattro suore di Madre Teresa barbaramente uccise in Yemen.

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