Strada degli artiglieri, questa (s)conosciuta

Una zona della città che potrebbe essere maggiormente valorizzata: in conclusione il restauro delle 105 lapidi storiche

In occasione del centenario dello scoppio della Grande guerra), una zona di Rovereto che potrebbe essere maggiormente valorizzata è quella della strada degli artiglieri, che parte dal piazzale del Sacrario militare, a castel Dante, e termina dopo quattro chilometri nell'area monumentale in località “Costa Violina”, dove si trova la caverna in cui il 16 maggio 1916 venne catturato dagli austriaci il sottotenente Damiano Chiesa.

Le lapidi degli artiglieri sono in fase di restauro (vedi box a parte). Abbiamo seguito il percorso a piedi, domenica mattina 21 settembre, favoriti dal bel tempo, che ora pare regalare le giornate di sole tanto attese in estate. È sicuramente il periodo migliore per godere di questo tratto ricco di storia e di natura. Abbiamo impiegato per la sola andata circa due ore, a passo normale, fermandosi di tanto in tanto a scattare qualche fotografia.

Passano in prevalenza automobili, che raggiungono il parcheggio di “Costa Violina”, dove c'è il rifugio Damiano Chiesa, gestito dal gruppo alpini di Lizzanella e poco sotto la strada forestale che conduce al sito paleontologico con le orme dei dinosauri. Qualche sporadico ciclista – ne abbiamo incontrati solo quattro, cinque – si destreggia con la mountain-bike tra i sentieri del bosco che accompagnano l'intero percorso, intervallato di tanto in tanto da prati. Persone a piedi ancor meno dei ciclisti.

Certo, bisogna calcolare anche il ritorno e il tempo raddoppia, ma con la macchina non ci si scorge dell'ambiente circostante. E poi non mancano punti di sosta e panchine, per chi volesse farne solo un tratto. A circa metà percorso, in uno slargo si trova la cappella scavata nella roccia di Santa Barbara, patrona degli artiglieri. Dopo inizia un interessante percorso, dove sono collocate a distanza ravvicinata oltre cento lapidi, a ricordo degli artiglieri decorati di medaglia d'oro al valore militare dalle guerre risorgimentali in poi. Tra le più vecchie, quella del furiere onorario Filippo Sacchi, combattente a Torino nel 1852. Non manca quella che commemora Damiano Chiesa, le cui spoglie riposano assieme a quelle di Fabio Filzi nel Sacrario militare.

Tra le prime lapidi, poco dopo la cappella di Santa Barbara, c'è incastrato nella roccia un altare in pietra, con una croce scolpita, decorato con otto formelle incavate e vuote. Sul davanti alcune scritte in tedesco. Anche il panorama è meraviglioso, si domina la valle. Arrivati in località “Costa Violina”, a 520 metri di altitudine, dopo un breve tratto di mulattiera si giunge alla caverna, all'interno della quale è collocato un pezzo di artiglieria 149 G puntato su Rovereto a ricordo dell'irredentista roveretano. La chiusura domenicale e festiva del Sacrario non incentiva le visite, ma forse il restauro delle lapidi potrebbe essere l'occasione buona per affrontare un problema che di tanto in tanto suscita qualche protesta.

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