Vita

Ricorderete la bella canzone Gracias a la vida di Violeta Parra (cantata in italiano da H. Pagani)…

“GRAZIE VITA, che mi hai dato tanto. Mi hai dato gli occhi per vedere il mondo“. Per vedere i sorrisi, il riso e il pianto. I colori del cielo, del mare, delle montagne. Dell'alba, dell'aurora, del mezzogiorno, dei tramonti e delle notti. La sorpresa della natura che nasce, cresce, si moltiplica e si addormenta. La natura che crea e dipinge: la primavera, l'estate, l'autunno e l'inverno. Una Primavera che fa la bambina, un'estate che esagera, un autunno che promette con un sorriso, l'inverno che prepara pane. La natura che è confidenziale con la vicinanza e insegna la contemplazione della lontananza. La natura spalmata dal tempo che dona la scoperta delle giornate, delle sorprese, delle emozioni, delle relazioni, delle novità, delle consuetudini, delle familiarità e dell'avventura.

Grazie Vita, che mi hai dato l'occhio interiore per cogliere le belle qualità mie e delle persone che incontro, il valore dei ricordi, la preziosità degli errori svelati e corretti o accolti, la fecondità dei sogni su presente o futuro.

Grazie Vita, che mi dai le parole, come mille luci che mi rivelano, come ponti che collegano la mia mente e i miei sentimenti con le menti e i sentimenti di altri umani. Parole del mio dialetto, della mia lingua, di altre lingue e dialetti come miriadi di scintille che illuminano la notte e fanno approdare a tante spiagge e a qualche porto. Parole modulate in tanti toni, vibranti di desideri, speranze e timori, riscaldate dagli affetti, raffreddate dalla razionalità, doveri o paure. Parole sempre imperfette ma ugualmente preziose anche se eccessive, ridondanti, goffe o inadeguate.

Grazie anche quando mi trasmetti la parola forte che fa pensare e contenere, la parola tenera che fa piangere e sentirsi amati, la parola che crea fecondi interrogativi, la parola che crea rispetto e dà dignità al momento, la parola che fa ritirare la parola o addirittura muta un cuore.

Grazie Vita che mi dai un cuore, anche se esigente e contraddittorio, sempre autodidatta, anche se fuori di me quando lo voglio dentro e chiuso in me quando lo voglio fuori. Un cuore che ha più occhi dei miei occhi e più parole delle mie parole. Un cuore che allo sportello dei giorni mi fa diventare mamma o papà, fratello o sorella, nonno/a o nipote, maestro o discepolo, amico o amica,musica o silenzio, povertà o ricchezza. Un cuore che non basta a se stesso ma riesce pur sempre a dare, che fallisce e si pente, che coglie “ragioni che la ragione non conosce”, capace di intercettare di ogni realtà la prima e l’ultima parola. e la parola più nascosta nei sotterranei del pudore. “Un cuore che mi segna il tempo” del mio maturare, “che non perde un colpo, che non batte invano” anche quando si sente inutile o inadeguato. Capace di compassione per me e per l’altro. Talvolta capace di andare oltre l’ostacolo.

Grazie Vita quando doni ai miei occhi di intercettare armonia, alle parole di diventare musica, al cuore di concertare e dirigere orchestre che trasformano in cosmo lo spartito del caos, in unità la divisione, in compassione il rancore, in apertura la possessività, in protezione la violenza, in familiare l'estraneo, in compaesano il viandante.

Grazie Vita che non hai confini, che non sei astratta. Che non fuggi dall'umano e trai vita dall'Alto.

Grazie Vita (ma questo non l'hanno scritto l'autrice e il traduttore del testo della canzone), grazie Vita che mi hai donato tanto anche nella severità delle rinunce, privazioni, delusioni di me e degli altri, dolori del corpo e della psiche perché hai fatto dire alle creature, tutte troppo deboli e insufficienti, che non erano il mio Dio e il mio approdo totale e definitivo. Creature: a volte carezze di conforto o piccole oasi di transito, a volte "nebbie e fame di vento" da affrontare e superare come anche portatrici di crudeli ferite, indesiderate compagne di viaggio. Grazie Vita che mi stai insegnando a scrivere dritto su queste righe storte nonostante le mie ritrosie da scolaro negligente.

E allora grazie Vita anche per quanto hai negato, tolto e dilazionato come quando a Maria hai tolto Gesù per donarlo meglio a noi e a Lei.

Grazie Vita perché sei Persona Divina in tre Sostanze: Paternità, Filialità e reciproco Abbraccio che si allarga a tutti noi. E diventi Canto.

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