Per api più “sane”…

Gli utenti della cooperativa sociale “Amalia Guardini” collaborano da alcuni mesi a un nuovo progetto di tutela e ripopolamento delle api, promosso dalla Comunità

Montano telai, piantano delicatamente chiodi per non spezzare le assicelle di legno, infilano con cura il filo di ferro nei telaini, pitturano con oli naturali. Gli utenti della cooperativa sociale “Amalia Guardini” di Rovereto hanno assunto con soddisfazione da alcuni mesi un nuovo progetto per la tutela e il ripopolamento delle api, promosso dalla Comunità della Vallagarina (vedi box a parte).

Alla cooperativa si producono già da qualche tempo casette in legno per pipistrelli, lavoro che ha dunque permesso di acquisire una certa manualità con gli attrezzi. “La realizzazione di arnie è molto più complessa ed è resa possibile grazie alla preziosa presenza dei volontari, con le loro conoscenze e abilità, capaci di utilizzare gli strumenti necessari”, spiega l'operatore Fabrizio Giordani. “Non è una cosa da poco, bisogna infatti essere esperti per sapere come va lavorato il legno in sicurezza e per dare le caratteristiche cercate all’oggetto che si vuole realizzare”.

La discussione sul progetto è partita lo scorso dicembre grazie all'assessore e vice-presidente Roberto Bettinazzi, ed ha richiesto una lunga fase preliminare. Le arnie prodotte, con sette telarini, differiscono infatti per alcuni particolari da quelle comunemente vendute in negozio, poiché hanno l'obiettivo di favorire il benessere delle api, rendendo meno stressato l'insetto. È stato dunque necessario un confronto con un modello, giudicato tra i migliori sul mercato, per vedere quali modifiche apportare, in base al suggerimento degli esperti della comunità di valle.

Il consulente incaricato è il naturalista Pietro Lorenzi. Il legno usato è di abete, e pochissimo di riuso. Vengono acquistati grandi pannelli, tagliati a misura gratuitamente da un volontario falegname, così da ridurre i costi iniziali. Le arnie, alte circa 70 centimetri, larghe 33 e profonde 60, hanno un tetto di legno inclinato, così da favorire lo scorrimento dell'acqua ed evitare il sonoro ticchettio della pioggia sui comuni tettucci di metallo, molto fastidioso per le api. Le casette sono pitturate con colori agli oli naturali, tutte in azzurro, affinchè si possano distinguere dalle altre.

Alla base del nido – dove si trova l'ape regina – è montato il fondo mobile, con vassoio estraibile e rete anti-varroa, acaro che uccide le api. L'apicoltore può quindi verificare con maggior comodità l'eventuale presenza di questo parassita e porvi rimedio prima che distrugga l'intera colonia. L'arnia è inoltre dotata di un copri-nido per l'inverno un po' più alto dei comuni copri-nidi così che vi si possa installare qualsiasi tipo di dispenser per i necessari nutrimenti. La cooperativa ha già svolto dei test con quattro arnie, mentre in questi giorni ha ottenuto il primo ordine di tre arnie.

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