“Il potere dello sport è incredibile”

La Dolomiti Energia Trentino è uno dei 10 club di Eurocup inclusi nel progetto di responsabilità sociale promosso dall'Eurolega – “One Team, One World”. Coinvolti 20 giovani richiedenti asilo, ad allenarli sarà Nenad Jakovljevic che ha presentato l'iniziativa ai microfoni di radio Trentino inBlu: “La pallacanestro è spettacolare, ti permettere di mettere in campo quello che sei, trasmettere le tue emozioni”

Si chiama “One Team One World” e coinvolge, sotto canestro, venti giovani richiedenti asilo. La Dolomiti Energia ha raccolto senza indugi l'assist dell'Eurolega e assieme ad Atas e Centro Astalli, ha aderito a questo nuovo progetto. A partire dal 4 febbraio, ogni giovedì, sono previsti dieci gli allenamenti guidati da tecnici preparati, un occasione per i giovani protagonisti di incontro, di relazione e, attraverso lo sport, la possibilità di esprimere se stessi.

“Vengono soprattutto dall'Africa ma ci sono anche pakistani. Atas e Centro Astalli ci hanno dato la disponibilità a prendere parte a questo progetto. E con la loro collaborazione è stato possibile partire”, spiega Nenad Jakovljevic, allenatore dell'Under 13 dell'Aquila, scelto come coach di questa “squadra” internazionale, che ha come obbiettivo la socializzazione e l'integrazione.

Nenad, la proposta è arrivata dall'Eurolega, segno che il mondo del basket in generale è davvero attendo a questi aspetto.

Sono stati realizzati momenti di incontro per illustrare l'idea che è rivolta soprattutto alle squadre di Eurolega. Chi come noi prende parte all'Eurocup può scegliere se aderire. Non ci abbiamo pensato neppure un attimo. L'Aquila vuole andare oltre la partita e lo sport e contribuire a sviluppare e far crescere valori importanti per la comunità. Fa parte della nostra filosofia guardarci intorno e, quando possiamo, restituire qualcosa al territorio.

Cosa prevede il progetto?

Partiamo dal presupposto che la loro conoscenza della pallacanestro è piuttosto scarsa. Non siamo a buon punto sugli aspetti tecnici del basket. Ma lo sport qui è solo un pretesto, un mezzo. Dobbiamo usare la pallacanestro per aiutarli. Non parlano l'italiano e male l'inglese. Fanno fatica in questo momento ad integrarsi nella nostra società. Io mi occupo dell'aspetto tecnico, di quello che succede in campo. Il mio primo compito ed obiettivo sarà trasmettere entusiasmo e messaggi positivi a questi ragazzi. Lo stare assieme li costringerà a prendere confidenza con la lingua.

Al via dunque i 10 allenamenti, ma già conosci evidentemente i tuoi giocatori?

Si, ci siamo già conosciuti. Abbiamo voluto incontrare e conoscere questi ragazzi, le loro storie. Ancora più del solito in questo caso i tuoi “giocatori” sono prima di tutto persone. Devi conoscere la loro storia.

La sua è una responsabilità non da poco…

Ma sono orgoglioso di farlo. Un po' mi rivedo in loro dato che pochi anni fa ero in una situazione molto simile. Sono arrivato in Italia dalla Serbia da solo e senza conoscere la lingua. La pallacanestro mi ha dato grandi possibilità. Ed ora faccio il lavoro dei miei sogni. Il potere dello sport è incredibile. La pallacanestro poi è spettacolare perché che ti permettere di mettere in campo quello che sei, la tua personalità. Puoi trasmettere le tue emozioni.

Al suo fianco ci sarà Toto Forray.

Sì, mi darà una mano in palestra, farà allenamento con noi. Inoltre sarà il nostro One Team Ambassador, colui che rappresenta il progetto. Lo abbiamo scelto perché è il capitano, e anche per il carisma che lo contraddistingue. Ma anche per la sua generosità: è sempre pronto a dare una mano dentro e fuori dal campo.

Ma dopo gli allenamenti ci sarà anche la partita?

Certo, saranno almeno due. Vogliamo organizzare un incontro con una delle nostre squadre delle giovanili. È importante per i nostri giovani confrontarsi con questi ragazzi. Farli interagire e conoscere, scontrarsi con quella che è stata la vita di questi ragazzi fino ad ora. Poi ci sarà una partita contro un gruppo di ragazzi filippini: sono tifosi dell'Aquila da diversi anni, seguono il basket e giocano. Sarà bello vedere la sfida tra una comunità straniera ben radicata sul territorio, e chi cerca una strada, un modo per integrarsi.

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