“Visse per gli altri”

Tra le iniziative sulla figura del martire altoatesino, anche un sito web dedicato, per approfondire il senso e l’attualità della sua testimonianza

Bressanone – “Non ha vissuto per sé solo, ma sempre in relazione agli altri”. È una delle affermazioni che meglio descrivono la figura e la storia di Josef Mayr-Nusser, l’altoatesino che nel 1944 si rifiutò di prestare il giuramento a Hitler e che per questo fu condannato a morte. Morì di stenti in un carro bestiame in viaggio per Dachau. Mayr-Nusser sarà dichiarato beato il prossimo 18 marzo nel Duomo di Bolzano. Attorno a questo evento una serie di iniziative. La settimana scorsa è stato messo in linea il nuovo sito web bilingue www.josef-mayr-nusser.it. Si tratta di un work in progress. Contiene alcuni cenni biografici, le informazioni sulle diverse iniziative messe in campo in vista della beatificazione, l’indicazione di pubblicazioni e materiali disponibili per approfondire il senso e l’attualità della sua testimonianza.

“Josef Mayr-Nusser non ha vissuto per sé solo, ma sempre in relazione agli altri”. La frase è stata pronunciata da Herbert Denicolò nel suo intervento tenuto all’accademia Cusano di Bressanone, nel corso del convegno “Josef Mayr-Nusser. Testimonianza di fede: coraggiosa, coerente e convinta”. Denicolò, già consigliere provinciale e da sempre impegnato nell’associazionismo cattolico, ha evidenziato l’assunzione di responsabilità del nuovo beato nell’Azione cattolica, sul piano dell’educazione, nella San Vincenzo e nella promozione della carità, infine nella Lega Andreas-Hofer, che si opponeva agli accordi Hitler-Mussolini per il trasferimento della popolazione nel Reich e divenne poi un nucleo di resistenza antinazista.

Il convegno si è aperto col racconto recitato della vicenda di Mayr-Nusser da parte di Nicola Benussi della compagnia teatroBlu di Bolzano. Il giornalista Francesco Comina e il padre cappuccino Alois Maas, entrambi autori di libri dedicati al martire altoatesino, ne hanno tracciato il percorso intellettuale, individuando l’origine delle motivazioni che l’hanno portato alla scelta del rifiuto del giuramento. Importanti, ha detto Comina, le figure e le riflessioni di Tommaso Moro, di Romano Guardini e del patriota Peter Mayr. Significativi, ha ricordato p. Maas, i contributi del fratello Jakob, di don Josef Ferrari (assistente dei giovani), di Federico Ozanam. “Josef Mayr-Nusser si è dedicato intensamente alla formazione della sua coscienza”, ha detto.

Il contesto della vicenda di Mayr-Nusser è stato descritto da Walter Pichler, storico, per la situazione generale, e da Marco Odorizzi, direttore della fondazione De Gasperi, per gli aspetti ecclesiali. Stefan Huber, incaricato diocesano per la liturgia, ha raccontato quanto il gruppo attorno a Josef fosse un’avanguardia del Concilio Vaticano II, aderendo al movimento del rinnovamento liturgico che metteva al centro aspetti quali la formazione della comunità, l’identità e la dignità della persona e l’unità in Cristo. Importante anche l’uso, accanto al latino, della lingua materna dei fedeli.

Commossa e commovente la conclusione di don Josef Innerhofer, a lungo nel ruolo di postulatore nel processo di beatificazione. Ha raccontato gli ostacoli e i risultati del percorso, sottolineando come proprio oggi, quando emergono nuovi nazionalismi e si perdono solidi punti di riferimento valoriali, sia importante e attuale la scelta di persone come Josef Mayr-Nusser.

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