“In America Latina si faceva unità, mettendo insieme Bibbia e vita”

“1968, l'anno che non è ancora finito” titolava un giornalista brasiliano all'indomani del Concilio Vaticano II e poi dell'incontro latinoamericano a Medellin in una stagione che come missionari diocesani abbiamo vissuto in Brasile: la Chiesa usciva coraggiosamente verso il suo popolo, un popolo nella schiavitù con molti faraoni che lo opprimevano.

Alla vigilia della Settimana per l'Unità vorrei testimoniare su Vita Trentina anche la dimensione ecumenica di quegli incontri: in quei luoghi che chiamavamo “teologici” (periferie, comunità, movimenti per i diritti, carceri) abbiamo incontrato infatti anche altre persone delle Chiese storiche presenti sul territorio parrocchiale, come pastori della Chiesa luterana, metodista, anglicana, perfino rabbini.

Ricordo che ci si chiedeva reciprocamente: cosa fate qui? E la risposta era la stessa, sia da parte dei sacerdoti che dei pastori: “Abbiamo letto che nel Vangelo Gesù dice: ero in prigione e mi avete visitato…(Mt, 25)”. Da questo riconoscimento reciproco è nato un altro luogo d'incontro e di comunione, quello biblico. Perchè la Bibbia diventava anche per noi cattolici la fonte principale della spiritualità e della pastorale. Così in questo contesto socioeconomico ed ecclesiale, l'esigenza dell'ecumenismo diventava sempre più evidente.

Nacque in quegli anni il Cebi (Centro Studi Biblici) che si diffuse in tutta l'America Latina, con corsi di studi biblici condotti insieme con pastori e fedeli di varie Chiese cristiane. Proprio in questo studio comune, l'ecumenismo si fortificava e diventava soprattutto testimonianza per il mondo, superando in parte lo scandalo antico della divisione fra i cristiani.

Oltre al già citato testo evangelico di Matteo, sono state le pagine dell'Esodo e dei profeti a spingere la nostra Chiesa a un'azione coraggiosa e decisa per liberare il popolo dalle molteplici schiavitù. Questo non era marxismo: era pura Bibbia, fede e vita, anche se la lettura marxista può aver aiutato. Anzi, sarà che ès tata la Bibbia ad aiutare Marx ed Engels nella loro analisi, visto che i due erano figli della Riforma, e leggevano e conoscevano la Bibbia.

A distanza di 50 anni penso di poter rilevare che i fondamenti dell'ecumenismo in America Latina sono stati messi nella carità, nella solidarietà, nella tortura, nella lotta per i diritti umani, civili e politici… e nella Bibbia, appunto. Mi sembra che le basi – realizzate con queste pietre – siano solide. Ci siamo infatti incontrati come discepoli di Ges Cristo e membri della “sua” Chiesa. La carità ci ha uniti e ci ha portato a fare un grande passo in direzione dell'unità dei cristiani.

Osservo poi che nello studio biblico si cercava anche una risposta alle questioni teologiche della giustificazione, della grazia, del Papato,…e celebrammo spesso insieme le Settimane per l'Unità dei cristiani scambiandoci il pulpito. Se in precedenza destava paura (era quasi peccato) guardare gli edifici delle altre Chiese, era venuto il momento in cui si poteva varcare le porte, entrarvi e trova altri cristiani, proclamando insieme la Parola, cantando e pregando insieme a loro.

Altre forme di fraternità – come la presenza reciproca nelle feste delle varie chiese o inviti a cena in famiglia o allo stesso tavolo – ci hanno fatto sperimentare com'era bello stare insieme. Anche il popolo cristiano gioiva e sognava anche allora una comunione ancora maggiore affinchè tutti fossimo una cosa sola come Gesù aveva pregato.

Don Maurizio Gottardi,

missionario Fidei Donum in Brasile dal 1966 al 2015

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