Gioia contagiosa

La missione della chiesa intesa come portare in sé una gioia profonda, che traspare dal nostro modo di essere e di fare

Jambo kwa nyinyi wote! Buongiorno a tutti!

Che bello poter vivere insieme il tempo di quaresima che il Signore ci regala quest’anno. “Ecco ora il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” ci indica S. Paolo.

Dalla nostra comunità delle Missionarie Saveriane, a Uvira, sul Lago Tanganika, nel Sud Kivu, Repubblica Democratica del Congo, arrivo a voi con una riflessione settimanale che ci potrà aiutare a guardare alla mèta seguendo passo passo il nostro Signore che prende con coraggio la strada verso Gerusalemme (Lc 9,51). E noi siamo con Lui! Decidiamo di fare strada con Lui! Oggi! Allora, se siete d’accordo, partiamo!

Sì, inseriti nella Chiesa, seguiamo Gesù che ci ha talmente conquistato che “non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Ecco cosa ci muove, noi tutti, chiamati, lì dove siamo, con le persone con cui abitiamo, nel lavoro che svolgiamo, nelle attività in cui siamo impegnati, nel nostro tempo libero, nel quotidiano, a dare ragione della gioia che ci abita.

Ma da dove ci viene questa gioia? E come si contagia?

La gioia, quella che dura, quella che resiste alle bufere della vita, quella che non dipende dal nostro umore, quella che non si spegne neanche col nostro ultimo respiro, proviene da una sorgente, ha un nome: Gesù!

Gesù accolto nella nostra vita, ascoltato nella sua parola, portato nei nostri pensieri, annunciato con le nostre parole, incontrato in ogni persona che incrociamo, vissuto col suo stesso stile di vita su questa terra, inevitabilmente libera e porta GIOIA. Per questo S. Paolo, enumera la gioia tra i frutti di una vita vissuta secondo lo Spirito.

Una gioia profonda, interiore, che traspare dai nostri occhi, nelle nostre parole, nel nostro modo di essere e di fare. La gioia, non ce la possiamo inventare, nessun negozio la vende, impossibile trovarla on line… Non è questione di carattere, di personalità, di capacità particolari. È solo un autentico incontro personale e comunitario con Gesù che immette gioia nella nostra vita. E contagia! Il mondo diventa più bello, più buono, più sano. Anche se non ce ne accorgiamo.

Tutti noi nella nostra vita, abbiamo trovato almeno una persona che ci ha incantati per la sua gioia nonostante le avversità della vita.

Fabien l’ho conosciuto a Kamituga nel lontano 1994. Era già Consigliere d’insegnamento per le scuole elementari della Coordinazione Cattolica. Uomo saggio, di poche parole, esperto di finanze, onesto e infaticabile. Viaggiava dappertutto sulle strade della sua regione, su e giù per le colline in mezzo al fango, nei pericolosi sentieri della foresta, fino a raggiungere le scuole più isolate che nessuno visitava. Sempre contento!

Nel 2014, l’ho ritrovato come mio stretto collaboratore. Il peso degli anni, le prove e la malattia l’hanno molto provato. Nonostante tutto arriva tutte le mattine al lavoro e con la sua precisione non gli scappa niente. Esempio luminoso per tutti noi.

Fabien vorrebbe andare in pensione dopo 52 anni di servizio ininterrotto ma qui in Congo non esiste la pensione e allora continua il suo servizio con la stessa passione, con la stessa determinazione, con la stessa onestà, con la stessa fierezza di servire lo Stato e la Chiesa in questa nobile missione che è l’educazione. Con lo stesso sorriso sulle labbra. Fabien ci ha contagiati! Guardiamo a lui con molta ammirazione e cerchiamo di copiare nella nostra vita quello che lui vive con tanta “normalità”.

Buon cammino, un po’ in salita per la verità, ma niente paura! Alla prossima settimana, Mungu akipenda, a Dio piacendo!

Delia Guadagnini

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