Frutticoltura d’avanguardia

Realizzato a Maso delle Parti (Mezzolombardo) consente di semplificare le operazioni coltuali, compresa la raccolta robotizzata

Il settimanale l’Informatore agrario numero 38 (26 ottobre -1 novembre 2017) ha ospitato un articolo intitolato “Frutticoltura di precisione: focus su forme di allevamento”. L’articolo è firmato da Alberto Dorigoni e Franco Micheli esperti frutticoli della Fondazione Mach che lavorano nell’azienda sperimentale Maso delle Parti di Mezzolombardo.

Da una decina di anni dedicano tempo e professionalità alla messa a punto graduale di un modello di frutteto denominato pedonabile. Sinonimi: a parete stretta, multiasse, bidimensionale.  Da un precedente articolo degli stessi sperimentatori riportiamo la definizione di frutteto pedonabile: “E’ una forma particolare di parete stretta in cui gli alberi sono mantenuti così bassi da non richiedere scale o carri. L’altezza va da 2,4-2,8 metri (semi-pedonabile) a 2-3 metri o anche sotto (pedonabile). Esso comporta un salto qualitativo nella conduzione e una riduzione dei costi di gestione. Inoltre è particolarmente adatto a ogni sorta di meccanizzazione ( potatura, diradamento, diserbo), ecc.), alle irrorazioni scavallanti e alle reti monofilare multifunzionali, con conseguente aumento della sostenibilità economica e ambientale”.

L’articolo citato in apertura è mirato a dimostrare che il frutteto pedonabile si presta più di altre forme di allevamento ad una frutticoltura di precisione.

Vediamo tre possibili applicazioni.

La tecnologia rateo variabile è un esempio di applicazione  della frutticoltura di precisione nel settore della distribuzione degli agrofarmaci. Un sistema di sensori applicati ad un drone o ad altro strumento di rilevazione a distanza più o meno ravvicinata capta informazioni relative alla disposizione nello spazio della massa fogliare delle piante e di conseguenza consente di regolare il volume della miscela erogata.

L’Equilifrut è uno strumento semplice e poco costoso che permette di standardizzare la carica dei frutti in base alla pezzatura. Anche la raccolta tramite robot rientra in prospettiva tra le innovazioni tecnologiche della frutticoltura di precisione.

Il concetto base dell’articolo si riassume nella seguente affermazione: mentre la maggior parte delle ricerche sperimentali si concentra sulla messa a punto di attrezzature per la gestione del frutteto che si adattano a sistemi di allevamento tridimensionale (spindel), l’obbiettivo perseguito dagli esperti della Fondazione Mach è di adeguare la forma di allevamento agli strumenti manovrati dal frutticoltore.

Il meleto pedonabile si presta più di qualsiasi altro ad una frutticoltura di precisione. La raccolta robotizzata si può, a ragione, ritenere lontana nel tempo. Per altre operazioni la fattibilità è più vicina o addirittura attuale.

Dopo aver letto articolo pubblicato dall’Informatore agrario, ci siamo posti una domanda: perché lo stesso argomento non è stato trattato sui mezzi di informazione, periodici o quotidiani, del Trentino?

Alberto Dorigoni risponde che lo stesso testo con immagini è stato diffuso in forma di nota informativa all’interno della Fondazione Mach. Non fa però mistero sul fatto che a livello di dirigenti e di tecnici presenti sul territorio ci sia, più o meno palese, un atteggiamento di attesa e/o di malcelata perplessità.

Ben diverso interesse hanno dimostrato invece tecnici, vivaisti e frutticoltori dell’Alto Adige che ripetutamente hanno visitato i frutteti di Maso delle Parti. In dicembre Alberto Dorigoni sarà in Alto Adige in veste di relatore per illustrare le possibilità innovative del frutteto pedonabile.

Va inoltre ricordato che dal mese di maggio di quest’anno in un appezzamento situato sopra il paese di Denno in Bassa Val di Non è stato messo a dimora un frutteto pedonabile di 5 mila metri quadrati. Il progetto denominato Meleto pedonabile sostenibile (MePS) è stato finanziato con fondi europei tramite il piano di sviluppo rurale 2014-2020 ed è gestito da un gruppo operativo composto da Fondazione Mach, Apot, e Consorzio innovativo frutta.

Nel piano esecutivo presentato alla Provincia di Trento si evidenzia il triplice scopo del progetto: verificare la fattibilità di tutte le operazioni previste dalla frutticoltura sostenibile, quantificare i costi, dare ampia diffusone ai risultati e incentivare l’applicazione del modello innovativo.

Se questa è la situazione in Trentino, a livello internazionale il modello di frutticoltura proposto dai tecnici della Fondazione Mach ha già richiamato un grande interesse ed è applicato almeno a scopo sperimentale.

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