Quattro giovani in canonica

Dal 30 novembre a Villalagarina quattro giovani hanno avviato un'esperienza di vita comune a servizio dell'Unità pastorale

Diceva Carlo Maria Martini nel suo libro “Conversazioni Notturne a Gerusalemme” che i giovani “possiedono un potenziale di energia ancora da attivare. E sono soprattutto loro ad essere idealisti, anche coltivando idee un po' folli”. E continuava osservando che “la Chiesa della vecchia Europa ha proprio bisogno di novità e di una ventata di aria fresca”. Forse, il cardinale biblista gesuita sorriderebbe con approvazione guardando dal Cielo la neonata comunità giovani di Villalagarina. Una comunità giovane, senza promesse nè voti, nata con lo spirito di mettersi a servizio per i giovani e per le persone in difficoltà. Dal 30 novembre scorso, infatti, la canonica di Villalagarina, chiusa dal 2010, è stata riaperta per diventare “casa della comunità” e per ospitare quattro ragazzi a servizio dell'Unita Pastorale della Vallagarina: Giuliano Zandonai di 22 anni, Giacomo Manica di 21, Stefania Sartori di 30 e Marco Torboli di 36.

“Tutto è nato grazie ad un campo di lavoro organizzato dall'Associazione “Mato Grosso” a Piagù, a cui io e Marco abbiamo partecipato la scorsa estate” ci racconta Stefania Sartori, l'unica ragazza della Comunità. “In quell'occasione abbiamo avuto il tempo di riflettere sulle nostre vite e sulla possibilità di metterci maggiormente “in gioco” facendo qualche scelta più radicale”, continua Stefania.

“Sia io che Stefania – racconta Marco Torboli che insieme alla ragazza è animatore da diversi anni nel decanato di Villalagarina – abbiamo fatto diverse esperienze di volontariato sia in Italia che all'Estero ma abbiamo riflettuto sul fatto che anche qui, proprio nel nostro territorio, c'è bisogno di un servizio verso le nostre comunità, soprattutto nei confronti dei giovani”.

“Siamo partiti con il desiderio di costruire una vita di comunità, una vita più semplice, che possa aiutare i giovani nella loro formazione umana e spirituale e che aiuti anche a noi a cresce e a dare maggior “sprint” alla nostra vita”.

I due giovani hanno condiviso fin da subito questo sogno con gli altri animatori e con il parroco, don Maurizio Toldo. Quest' idea è stata recepita positivamente anche dal Vescovo e dal Vicario Generale. “In meno di tre mesi ci siamo trovati in quattro e con una canonica riaperta e risistemata grazie alla generosità di molti e al lavoro di tanti giovani”, continua Torboli.

Il decano e parroco di sette parrocchie dell'Unità Pastorale di Villalagarina visita spesso la comunità ed è molto soddisfatto. “Sono molto contento – ci racconta – Da tempo pregavo il Signore perché mandasse un collaboratore in più nel decanato ma la Provvidenza ha voluto mandarmi questi giovani che con la loro presenza offrono un servizio più concreto, più luminoso, visibile e stabile”.

I giovani della comunità tendono a sottolineare che non fanno affatto da coordinatori delle attività parrocchiali ma che continuano a collaborare allo stesso piano degli altri animatori. Svolgono in più e all'occorrenza solo un ruolo di sostegno e aiuto ai catechisti durante le normali attività parrocchiali.

“La nostra presenza in canonica vuole essere uno stimolo in più per gli altri animatori, un aiuto per costruire progetti insieme, una possibilità più concreta per radunarci a tavola insieme, fare famiglia e condividere”, precisa Torboli.

La vita quotidiana della fraternità giovane inizia con la sveglia delle 6.30.

“Uno degli aspetti più importanti della comunità è la preghiera – spiega Giacomo Manica – ci svegliamo insieme per poter pregare insieme”. “La preghiera è molto importante per la nostra vita comunitaria, è la nostra “ricarica”, la forza che ci permette di condividere e servire insieme”, precisa.

Dopo la preghiera e la colazione ognuno parte per i suoi impegni quotidiani. Marco lavora come coordinatore tecnico di Anatomia Patologica presso l'Ospedale Santa Chiara, Stefania collabora con la casa Editrice Erikson mentre Giuliano e Giacomo studiano rispettivamente per conseguire la laurea in infermieristica e il titolo di educatore professionale sanitario.

“Durante il giorno la canonica è vuota – spiega Stefania – Si anima dal tardo pomeriggio in corrispondenza delle attività parrocchiali e durante il week-end”.

Nessuno di loro sa quanto durerà questa esperienza ma auspicano che la comunità giovane possa continuare, anche dopo di loro.

“Sogniamo di essere semplicemente (in modo semplice)un segno di fraternità e di trasmettere ai ragazzi che è possibile vivere una vita diversa, piena e felice”, conclude Giuliano Zandonai.

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